Tempesta tropicale nelle Filippine, centinaia di morti e dispersi
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MANILA, 25 DICEMBRE – Filippine in ginocchio davanti alla furia del tifone Tembin (o Vinta, com’è stato denominato nel Paese asiatico), che si è abbattuto soprattutto sulle isole meridionali causando una vera e propria tragedia. Le stime provvisorie parlano di circa 200 morti e di decine di dispersi, ma il bilancio potrebbe ulteriormente peggiorare, considerando che sono almeno 70mila gli sfollati. [MORE]
Scene infernali si sono presentate davanti agli occhi dei soccorritori: case invase dal fango, edifici abbattuti, blackout nelle telecomunicazioni, oltre al dolore dei superstiti. La Polizia filippina ha, in particolare, comunicato che al momento risultano 135 persone morte e 72 disperse a Mindanao, 47 morte ed altre 72 disperse nella penisola di Zamboanga, mentre nella provincia di Lanao del Sur i morti sarebbero 18; tra le aree più colpite anche il villaggio montano di Dalama, letteralmente spazzato via. Ma ad essere maggiormente devastate sono le due città di Tubod e Piagapo, dove molte case sono state travolte dai massi trascinati dal fortissimo vento. In tutto l’arcipelago, migliaia di persone sono state scortate nei ripari di emergenza, mentre i collegamenti marittimi ed aerei sono stati cancellati.
Proprio oggi, la tempesta si sarebbe spostata a sud delle isole Spratly e si starebbe dirigendo verso il Vietnam, aumentando di potenza con venti che soffiano fino a 120 chilometri orari.
Nel frattempo, però, nelle Filippine si lotta contro il tempo per cercare il maggior numero di persone ancora in vita. Sono al lavoro molte squadre di polizia, soldati, volontari e responsabili della Protezione Civile, impegnati a scavare nel fango. “Le inondazioni sono venute giù dalla montagna velocemente ed hanno spazzato via persone e case” – è la testimonianza di Bong Edding, Sindaco di Sibuco, nella provincia di Zamboanga. Nelle dichiarazioni rilasciate ai media locali, il Sindaco ha puntato il dito anche sul disboscamento, che da anni starebbe investendo le montagne che si trovano nei pressi del villaggio di pescatori di Anungan (dove sono in corso le ricerche di un’altra trentina di dispersi) e dalle quali sarebbero provenute le inondazioni.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, rattristato per le vittime, ha annunciato che l’ONU è pronta a fornire aiuti di ogni genere. Si è mostrato preoccupato anche Andrew Morris, Capo dell’Ufficio Locale dell’UNICEF nelle Filippine, il quale ha chiesto il ripristino immediato dell’acqua potabile, ricordando come la popolazione della regione abbia già subito in passato contagi di massa, a causa di alluvioni e combattimenti legati alla guerra civile. È in giornata atteso sulle zone colpite dalla tempesta il Presidente della Repubblica Rodrigo Duterte, il cui portavoce avrebbe però già assicurato che diversi generi alimentari sarebbero già stati distribuiti alle comunità colpite. Anche il pensiero di Papa Francesco, durante l’Angelus, è andato alla popolazione dell’arcipelago asiatico: “Dio misericordioso accolga le anime dei defunti e conforti quanti soffrono per questa calamità”.
Le tempeste tropicali non sono, comunque, una novità per le Filippine. Il disastro causato dal passaggio di Tembin è solo l’ultimo, in ordine di tempo, che si è abbattuto su questa regione, che ogni anno viene scossa da almeno una ventina di tifoni. Solo una settimana fa, peraltro, le isole centrali erano state colpite dalla tempesta Kai-Tak, con un bilancio di oltre 50 morti, 31 dispersi e 10mila abitazioni danneggiate. Inoltre, il Paese si stava ancora riprendendo dal tifone Haiyan, che nel 2013 aveva investito intere città, anche centrali e densamente popolate, mietendo più di 5.000 vittime.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: tg24.sky.it