Prezzo del petrolio in calo: WTI scivola a 69,87 dollari, giù anche il Brent


Mercati in tensione dopo l’annuncio sui dazi di Trump. L’oro nero perde terreno tra incertezze geopolitiche e nuove dinamiche commerciali.
Il prezzo del petrolio torna a scendere, segnando una flessione che ha immediatamente attirato l’attenzione degli investitori e degli analisti del settore energetico.
Nella mattinata di oggi, sui mercati delle materie prime, il petrolio WTI con consegna a maggio è stato scambiato a 69,87 dollari al barile, con una perdita del 2,57%.
Anche il Brent, riferimento internazionale per il greggio, ha registrato una flessione del 2,43%, passando di mano a 73,13 dollari al barile per le consegne di giugno.
A innescare il calo è stato l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump, che ha rilanciato il tema dei dazi commerciali.
Una mossa che ha fatto rapidamente il giro del mondo e che ha riacceso le preoccupazioni su possibili tensioni globali, in grado di impattare negativamente sulla domanda di energia e quindi sul prezzo del petrolio.
L’effetto Trump sul mercato del greggio
Le dichiarazioni del presidente USA hanno alimentato incertezze sui mercati, che temono una nuova escalation nelle guerre commerciali.
L’ipotesi di dazi su beni chiave potrebbe rallentare gli scambi globali, influenzando direttamente la domanda di petrolio, soprattutto da parte dei grandi importatori asiatici.
Gli operatori, già prudenti a causa delle oscillazioni legate alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e alla produzione OPEC, stanno ricalibrando le proprie strategie di fronte a un contesto sempre più instabile.
Impatti concreti per consumatori e aziende
Il calo del prezzo del petrolio potrebbe, nel breve termine, offrire un respiro alle imprese energivore e ai consumatori finali, specie in settori come trasporti e logistica.
Tuttavia, l’incertezza generale rimane alta: se da un lato la discesa dei prezzi può alleggerire la pressione inflazionistica, dall’altro potrebbe segnalare una frenata dell’economia globale.
Uno sguardo al futuro
Gli analisti restano divisi sulle prospettive. Alcuni prevedono un rimbalzo dei prezzi nei prossimi giorni, qualora le tensioni dovessero rientrare.
Altri, invece, sottolineano come l’attuale contesto politico-economico potrebbe prolungare la fase ribassista, almeno fino a un chiarimento sulle politiche commerciali degli Stati Uniti e sull’evoluzione delle relazioni con i partner asiatici ed europei.