Paura sul volo Turkish Milano-Istanbul: aereo atterra col motore in fiamme
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ISTANBUL (TURCHIA), 25 APRILE 2015 - Un aereo della Turkish Airlines, questa mattina, ha dovuto operare un atterraggio d’emergenza all’Ataturk International Airport di Istanbul. Tutti i passeggeri, riferisce l’agenzia Dogan, sono stati evacuati e non risultano esserci al momento feriti. Diversi gli italiani presenti.
Il volo TK1878 era partito da Milano Malpensa alle 6.45 quando giunto in prossimità dell’aeroporto turco ha iniziato una lunga ed anomala manovra. Dalle prime immagini, riportate sempre dall’agenzia Dogan, si vede come dal motore destro dell’aereo escano fiamme. Il velivolo è stato diretto verso un aerea di parcheggio dove i passeggeri sono stati evacuati con gli scivoli mentre i pompieri intervenivano con gli idranti per spegnere le fiamme.[MORE]
Come detto a bordo del TK1878 vi erano degli italiani. Uno di loro ha ha inviato, sulla pagina blog di Selvaggia Lucarelli, un drammatico racconto: «Era il volo delle 6,45 da Malpensa della Turkish Airline. In prossimità dell'aeroporto, l'aereo ha cominciato una lunga manovra, il pilota continuava a girare intorno all'aeroporto, si sentivano turbolenze, pensavamo alle correnti del Bosforo - scrive Andrea Fin, giornalista che si trovava a bordo -. L'aereo è atterrato ma è arrivato pesantissimo sulla pista, abbiamo sentito un forte botto. Il carrello s'è piegato e ha urtato l'ala destra, che si è danneggiata. Allora è ridecollato ma a quel punto il motore era andato a fuoco. A bordo c'è stato il panico, la gente urlava, abbiamo pensato che sarebbe accaduto il peggio. Si erano spaccati tutti gli schermi e aperte le cappelliere. Sono calate le maschere e il personale ci ha detto di piegarci in avanti e mettere la testa tra le gambe. Pensavamo di ammarare perchè c'era il mare lì a due passi. Invece l'atterraggio è avvenuto in aeroporto, anche se fuoripista nell'erba. I pompieri sono arrivati subito, siamo usciti tutti vivi, terrorizzati e pieni di schiuma, ma vivi. Gli italiani erano qualche decina, ora siamo qui che aspettiamo le valigie, felici di essere vivi».
(Immagine da lastampa.it)
Giovanni Maria Elia