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Lettera dell'Arcivescovo Bertolone ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti

Gianluca Teobaldo
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Lettera dell'Arcivescovo Bertolone ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti
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CATANZARO, 09 SETTEMBRE 2014 - Carissimi dirigenti scolastici e insegnanti, mi rivolgo a voi all’inizio di questo nuovo  anno scolastico anzitutto per ringraziarvi di quello che fate, del delicato ministero che
svolgete con dedizione.

Mi sono tornate in mente le parole di Simone Weil che riecheggiano una parabola  evangelica: «Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per  averla, vale la pena di vendere tutti i propri beni, nessuno eccettuato, al fine di poter  acquistare quel campo». La filosofa francese, con la sua metafora, porta a guardare con  un’ottica diversa l’anno scolastico incipiente perché ci ricorda semplicemente,  l’importanza della scuola, in specie in un contesto culturale, quale quello presente,  segnato da scetticismo e da individualismo che sgretolando i capisaldi dell’educazione  riducendola a mera trasmissione di conoscenze e abilità tecniche, consegnando così il  singolo alla assoluta autonomia senza riferimenti valoriali oggettivi che lo orientino sul
piano etico e sociale, e confinandolo in sé, lo fanno prigioniero della propria libertà  illimitata.

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Questo avviene in una società che per molto tempo è andata fiera del benessere  raggiunto e dello sviluppo conseguito e per questa via è arrivata a pensarsi autonoma  dalle sue radici, inclusi valori ed ideali. Forse anche per questo alle urgenze poste dalla  nostra epoca per l’educazione e la formazione dei giovani non sembrano essere state  date risposte concrete e convincenti. Anzi, la scuola da risorsa pare essere divenuta  marginale, un problema addirittura, con gravi conseguenze dal punto di vista sociale.

Ne sono prova la diminuzione degli investimenti e delle risorse destinate  all’educazione e alla cultura e la contemporanea insorgenza di vari malesseri a livello  dei docenti e la diffusione, a livello giovanile, di modelli facili di successo, per i quali  può risultare superflua qualsiasi seria preparazione intellettuale e morale.
Questo scenario va contrastato con un’educazione che offra una visione alta della vita e  valorizzi tutte le dimensioni della persona, non solo gli aspetti tecnici e scientifici, né  solo quelli emotivi, ma l’uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e  anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà. Per questo è fondamentale il vostro ruolo.

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Scritto da Gianluca Teobaldo

Giornalista di InfoOggi

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