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ROMA, 03 AGOSTO 2015 - La chiusura del Cocoricò, disposta lo scorso 19 luglio, dopo la morte del 16enne di Città di Castello Lamberto Lucaccioni per overdose di ecstasy, potrebbe condurre la discoteca di Riccione al fallimento. E’ quanto affermato durante una conferenza stampa all’hotel Griffe di via Nazionale, a Roma, dal general manager Fabrizio De Meis, che è anche uno dei cinque proprietari, e dal portavoce della società, Luigi Crespi. [MORE]
«Il questore ha fatto un processo sommario a dieci anni di attività del Cocoricò: 120 giorni di stop in questa stagione significa che la discoteca è chiusa per sempre. È una resa generale al problema della droga: noi ci impegneremo per primi, ma anche i politici ne prendano coscienza. Senza una legge non chiuderà solo il Cocoricò, chiuderanno tutti locali d’Italia». Queste le parole del general manager che spiega che lo stop «comporterà una perdita di utili per 1,5-2 milioni». Il fatturato dell’ultimo anno della discoteca ,che conta 200 dipendenti, si è aggirato sui 3,5-4 milioni. Il portavoce Crespi ha parlato di «una sorte immeritata». Il club «è stato in passato il simbolo della trasgressione, ma con l’avvento di De Meis tre anni fa c’è stato un forte cambiamento», ha proseguito Crespi.
Secondo il portavoce della società De Meis «ha cercato di trasformare il Cocoricò, prima discoteca in Italia e sedicesima nel mondo, in un baluardo del divertimento sicuro e della lotta alla droga. Tutto ciò che è consentito per combattere lo spaccio è stato fatto: telecamere all’interno e all’esterno della discoteca, circa cento vigilantes che collaborano con forze ordine e hanno contribuito negli ultimi anni a centinaia di arresti».
La società farà ora ricorso al Tar.
Secondo Crespi: «Se la legge non consente ai locali di avere gli strumenti adatti per combattere la droga, gli spacciatori continueranno a esistere». De Meis ha invece proposto, come misura per contrastare il fenomeno, Daspo per vietare l’ingresso a chi ha precedenti per stupefacenti e sottoporre a un tampone tutti i clienti al fine di verificare se abbiano assunto droghe fuori dalla discoteca ed impedire loro l’ingresso nel locale.
[foto: bresciaoggi.it]
Antonella Sica