

La piccola Nora, morta di overdose a 15 anni: i familiari chiedono giustizia
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San Bonifacio (Verona) – Una vita interrotta troppo presto, segnata da difficoltà e fragilità. Nora, 15 anni appena, è stata trovata senza vita lo scorso 31 gennaio in un appartamento abbandonato dell'Ater, l'azienda regionale di edilizia popolare. Attorno a lei, solo degrado e solitudine. I suoi familiari, sconvolti dal dolore, vogliono risposte: chi ha venduto Nora ai pusher? Chi l'ha condotta in quell'inferno?
Un'esistenza difficile e la spirale della droga
Nora aveva incontrato il mondo della droga a soli 12 anni. La madre, Luciana, ha lanciato un grido di denuncia durante il presidio organizzato a Verona, davanti alla stazione di Porta Nuova, chiedendo che si faccia piena luce sulla tragedia. “Mia figlia era ingenua, si fidava di chi non doveva. A San Bonifacio non ci andava quasi mai, forse due volte. In quella casa era entrata per la prima volta”, ha dichiarato.
Un'indagine ancora aperta
Al momento, un 30enne tunisino risulta iscritto nel registro degli indagati per il reato di "morte come conseguenza di altro reato". Nell'appartamento sono stati trovati i documenti di Nora, ma di lui nessuna traccia: l'uomo è irreperibile. L'autopsia eseguita nei giorni scorsi all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Verona non ha ancora chiarito le cause del decesso. Non sono state riscontrate tracce di violenza sul corpo della ragazza, mentre gli esami tossicologici, attesi nelle prossime settimane, potrebbero confermare l'ipotesi di un'overdose causata da un mix di sostanze stupefacenti.
Lo sfruttamento e le accuse degli amici
La madre di Nora non ha dubbi: qualcuno si è approfittato della fragilità della figlia. "La facevano prostituire in cambio di cocaina, ma l'eroina non l'ha mai toccata", ha dichiarato. Un'amica di Nora ha puntato il dito contro una donna brasiliana che le avrebbe portate proprio in quell'appartamento, dove si sarebbe tenuta una festa. “Nora si fidava di lei. L'ha venduta a un criminale e l'ha fatta morire”, ha raccontato, rivelando anche di essere riuscita a sfuggire a un tentativo di stupro quella stessa notte.
La richiesta di giustizia e l'impegno di don Coluccia
Familiari e amici si appellano alla magistratura: vogliono sapere chi ha davvero ucciso Nora. Tra le voci che si sono levate per condannare questa tragedia c'è anche quella di don Antonio Coluccia, il sacerdote salentino fondatore dell'Opera San Giustino, noto per la sua battaglia contro la droga e il crimine organizzato. “La droga è un bluff, ruba i sogni e non dà futuro”, ha affermato don Coluccia durante il presidio.
Nel frattempo, la Procura di Verona ha dato il nulla osta per i funerali, che si terranno domani nella moschea della città. Un ultimo saluto a una giovane vita spezzata troppo presto, mentre la giustizia prova a ricostruire i tasselli di una tragedia che lascia ancora troppi interrogativi aperti. (Ansa)