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ZAGABRIA, 18 NOVEMBRE 2011 – Sono trascorsi 20 anni e oggi la Croazia ricorda il martirio di Vukovar, città nell’est del paese al confine con la Serbia che il 18 novembre del 1991, dopo tre mesi di assedio e circa 1.600 morti, cadde nelle mani delle forze militari controllate da Belgrado. Circe 40 mila persone provenienti da tutta la Croazia hanno partecipato alla cerimonia in onore delle vittime dell’assedio e della battaglia della città di Vukovar, divenuta, insieme alla città di Sarajevo il simbolo stesso della guerra serbo-croata.[MORE]
A partire dal 1991 si scatenarono nella Repubblica Socialista di Jugoslavia tutta una serie di conflitti armati, passati alla storia come guerre jugoslave, che hanno causato la completa dissoluzione della nazione stessa. Alla base di questi conflitti diverse motivazioni tra cui spicca per importanza quella del nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, nazionalismo maggiormente sentito soprattutto in Serbia, Croazia e Kosovo. Influenti anche i diversi interessi economici e le ambizioni personali di alcuni leader politici locali. A seguito delle richieste di indipendenza da parte non solo delle diverse repubbliche che formavano la Jugoslavia, ma anche da parte di diverse minoranze etniche si scatena una vera e propria guerra civile, la guerra dei balcani, le cui notizie riempiranno le pagine dei giornali di tutto il mondo per diversi anni a seguire. L’Europa si ritrova a dover fare i conti con parole ed immagini che sembravano appartenere ad un passato lontano. Si parla insistentemente di pulizie etniche e fosse comuni, massacri perpetrati ogni giorno da parte delle milizie appartenenti alle diverse parti politiche su civili inermi.
Vukovar, cittadina situata in terra slovena in cui, fino allo scatenarsi del conflitto serbi e croati riuscivano a convivere serenamente venne bombardata per la prima volta il 25 agosto del 1991. Nell’assedio della città morirono 1.624 persone e ne rimasero ferite altre 2.500. Tutti i croati, circa 22.000 quelli che vi abitavano, furono cacciati. Grazie anche all’intervento della Nato, chiamata a risolvere il più grande conflitto su suolo europeo dalla fine della seconda guerra mondiale, nel 1995 si pose fine al conflitto con la firma degli accordi di Dayton a cui parteciparono tutti i maggiori rappresentanti politici delle diverse parti.
Nel corso degli anni quegli stessi protagonisti, come Slobodan Milosevic e Radovan Kardzic, sono stati processati e condannati dal tribunale internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità.
Quella che si è celebrata oggi a Vukovar è una cerimonia per ricordare le vittime di una inutile barbarie. Ricordare per non dimenticare.
Daniela Dragoni