

Israele sospende il rilascio dei detenuti palestinesi: 'Stop alle umiliazioni degli ostaggi'
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Netanyahu contro Hamas: "Basta show mediatici"
Israele ha deciso di sospendere la liberazione dei detenuti palestinesi prevista dall’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La decisione arriva dopo le ultime scene inscenate da Hamas durante la consegna degli ostaggi israeliani, definite "umilianti" dal premier Benjamin Netanyahu.
"Il rilascio dei terroristi pianificato per ieri è stato posticipato fino a quando non sarà garantita la liberazione dei prossimi ostaggi senza le umilianti cerimonie mediatiche messe in scena da Hamas", ha dichiarato l’ufficio del primo ministro in un comunicato ufficiale.
Gli show di Hamas e la reazione di Israele
L’ultimo rilascio di sei ostaggi israeliani è avvenuto con una regia orchestrata dal movimento islamista, trasmessa in mondovisione. Due ostaggi sono stati consegnati su un palco a Rafah, tre in un altro allestito a Nuseirat e uno è stato affidato alla Croce Rossa.
Particolare clamore ha suscitato il caso del 22enne Omr Shem Tov, ripreso mentre, su ordine di Hamas, baciava sulla testa due miliziani armati con il volto coperto da kefiah. Le immagini, diffuse in rete, hanno scatenato l'ira di Israele. I media locali hanno sottolineato che il giovane "non poteva fare altro, era un ordine dei terroristi".
Tra gli ostaggi liberati figurano anche Tal Shoham, Omar Wenkert ed Elia Cohen, rimasti prigionieri per 505 giorni. Wenkert e Cohen erano stati rapiti al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023, mentre Shoham, cittadino israelo-austriaco, era stato sequestrato nel kibbutz di Beeri. Hamas, considerando gli uomini israeliani sotto i 50 anni come soldati, ha imposto loro di indossare uniformi verdi militari prima della liberazione.
Hamas riconsegna un corpo, ma scoppia il caso Bibas
Nella notte precedente il rilascio, Hamas ha consegnato il corpo di Shiri Bibas, madre dei due bambini Kfir e Ariel, che avrebbe dovuto essere restituito giovedì scorso. Tuttavia, all'interno della bara chiusa a chiave, Israele ha trovato i resti di una donna palestinese. Il direttore dell’istituto di medicina legale israeliano, Chen Kuge, ha confermato che Bibas è stata uccisa e ha escluso che le ferite siano dovute a bombardamenti. "Abbiamo riscontrato livelli di malvagità e malizia che non avremmo mai potuto immaginare", ha dichiarato.
Hamas ha respinto le accuse di Israele, affermando che la donna e i suoi figli erano stati rapiti da un altro gruppo terroristico, Kataib al-Mujahideen, e non dal movimento islamista.
Tensione sullo scambio di prigionieri
La mancata consegna della salma di Shiri Bibas nei tempi previsti ha rappresentato, secondo Israele, una violazione dell’accordo, portando al ritardo nella liberazione di 602 detenuti palestinesi. Tra questi, 108 stanno scontando lunghe pene detentive, molti condannati all’ergastolo per attentati e omicidi. Altri 444 sono cittadini di Gaza arrestati durante la guerra e classificati come "non coinvolti nei combattimenti", insieme a 23 minorenni e una donna detenuti dal 7 ottobre 2023.
Hamas ha accusato Israele di aver violato l’intesa, non consegnando i prigionieri nei tempi concordati.
Netanyahu convoca una riunione d’emergenza
In risposta alle tensioni, il premier Netanyahu ha convocato una consultazione sulla sicurezza per discutere il rilascio dei detenuti palestinesi e il recupero degli ostaggi deceduti. "Non dimenticheremo e non perdoneremo", ha dichiarato pubblicamente.
Finora, 192 ostaggi israeliani sono stati riportati a casa, di cui 147 vivi e 45 deceduti. Restano ancora 63 prigionieri nelle mani di Hamas a Gaza: secondo le stime, solo 27 sarebbero ancora in vita e potrebbero essere liberati nella seconda fase dell’accordo, dopo la lista dei 33 completata oggi.