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'Ndrangheta, maxi-confisca da 160 milioni: coinvolti tre imprenditori a Catanzaro

Redazione
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'Ndrangheta, maxi-confisca da 160 milioni: coinvolti tre imprenditori a Catanzaro
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CATANZARO – Avrebbero fatto parte di una rete economico-criminale ben strutturata, radicata nel cuore della Calabria e legata, secondo le indagini, alle più influenti cosche della 'ndrangheta. È questo lo scenario che emergerebbe dall’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, culminata con la confisca di beni per un valore complessivo di 160 milioni di euro.

Il provvedimento, eseguito dal Comando provinciale delle Fiamme Gialle su delega della Direzione distrettuale antimafia e disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro, riguarderebbe tre imprenditori calabresi: Antonio Lobello, 76 anni, e i figli Giuseppe e Daniele, di 55 e 51 anni. I tre sarebbero stati al centro di una lunga attività investigativa che avrebbe fatto emergere presunti legami con esponenti della criminalità organizzata.

Una “holding” familiare dalle origini sospette

Dalle indagini economico-patrimoniali condotte dal Gico della Guardia di finanza, sarebbe emersa una sproporzione evidente tra i redditi dichiarati dai Lobello e il patrimonio a loro riconducibile. Secondo gli investigatori, la famiglia avrebbe gestito una vera e propria “holding” finanziaria, con operazioni societarie e movimentazioni bancarie sospette che, nel corso degli anni, avrebbero consolidato un impero economico fondato – è l’ipotesi – su capitali di provenienza illecita.

Condanne definitive e pericolosità sociale

Antonio Lobello risulterebbe già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione. Anche i figli sarebbero stati condannati per autoriciclaggio e reati legati alla gestione occulta di capitali. La loro figura, nel contesto giudiziario, sarebbe stata inquadrata come socialmente pericolosa, anche in virtù dei precedenti penali e delle connessioni con cosche di primo piano del panorama criminale calabrese.

Un patrimonio immenso e diffuso

I beni confiscati costituirebbero una parte significativa di quanto già sequestrato nel 2021. Si tratterebbe di un vastissimo patrimonio:

  • 79 immobili e 45 terreni tra Catanzaro, Simeri Crichi, Sersale, Soveria Simeri, Settingiano e Cirò Marina
  • 80 automezzi, tra auto e mezzi operativi
  • 43 conti correnti e polizze assicurative
  • Quote societarie e aziende attive nell’edilizia pubblica e privata con sedi in Calabria e una anche a Firenze

Tra queste imprese, vi sarebbe anche un cantiere per la produzione di calcestruzzo, riconducibile – secondo l’inchiesta – alla famiglia Lobello.

Un duro colpo ai patrimoni illeciti

Se confermato, questo colpo inferto alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico calabrese rappresenterebbe un segnale forte di contrasto alla criminalità organizzata, che – sempre più spesso – si muoverebbe nel mondo degli affari, mimetizzandosi tra imprenditori apparentemente legittimi.

Le indagini proseguirebbero per approfondire ulteriori legami e risalire ad eventuali altri soggetti coinvolti nella gestione occulta del patrimonio.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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