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CATANZARO, 3 LUGLIO 2013 - Il consiglio comunale ad hoc sulla Sanità, ad appena una settimana dalla sua celebrazione, si è già caricato di significati da operetta. Infatti nessuna risposta seria e nessun riscontro concreto si sono finora avuti rispetto ai punti oggetto della trattazione. La percezione, oggi, è che una conventicola di firmaioli in fregola di bellurie abbia dovuto necessariamente “mettere in scena” qualcosa, ancorché improvvisata, per evitare di ricevere i fischi del pubblico dopo i continui rinvii del civico consesso.
Nei fatti la questione Sanità resta irrisolta e, se possibile, ne esce aggravata poiché – come apprendiamo dalla stampa – anche quel simbolico “verbale” sottoscritto a Palazzo De Nobili è entrato nell’ampio contesto giudiziario delle indagini in corso sulla Sanità regionale. Un quadro desolante e assai grave, rispetto al quale chiunque ha difficoltà a capire le lodi espresse da gran parte della politica catanzarese al governatore Scopelliti per quanto “non fatto”.
Ci attendevamo, e ancora attendiamo, un chiarimento sulla Cardiochirurgia; e poiché siamo abituati a ragionare con gli atti ufficiali e non con i “verbali delle intenzioni” ad uso degli allocchi, ci atteniamo a quelli attualmente in vigore i quali assegnano zero posti letto a Catanzaro (decreto n. 136/2011) e venti posti letto a Reggio (decreto n. 106/2011, addirittura ribadito con decreto n. 112/2012). Quanto ai corsi di laurea nelle professioni sanitarie siamo ancora fermi alla contraddizione di Scopelliti che il 1 giugno 2012 stipula un protocollo d’intesa (DPGR n. 77) tra Regione Calabria, Università La Sapienza di Roma e ASP di Cosenza e – dopo appena 96 ore – ne stipula un altro con l’Ateneo Magna Graecia, in esecuzione dei DPGR n. 7 e n. 11 del 2012, per rassicurare circa il fatto che “la sede universitaria dei corsi di laurea delle professioni sanitarie è l’Univesità di Catanzaro”. Della serie: il bianco può essere nero e il nero può essere bianco!
C’è poi tutta la vicenda del Pugliese-Ciaccio, sulla quale anche il Prefetto è allarmato. E non solo per il Pronto Soccorso: l’eliminazione dei 100 posti letto e le mancate assunzioni atte a garantire i servizi essenziali, pesano più di un macigno sui malati calabresi. Senza parlare di eventuali conflitti di interessi che si nasconderebbero dietro la chiusura agli esterni della Fisiatria per indurre la migrazione dei pazienti verso strutture che offrono analoghe prestazioni. Ma ancora irrisolta è la faccenda dei servizi ambulatoriali sul territorio, così come la squilibrata ripartizione dei fondi alla Sanità Convenzionata che, ad oggi, prevede 33 milioni a Reggio e solo 4 milioni a Catanzaro! Infine non c’è nessuna indicazione perentoria da parte della Regione Calabria che salvaguardi la facoltà di medicina di Catanzaro dalle illogiche aggressioni in atto: persino Ponzio Pilato direbbe qualcosa in più. Scopelliti, invece, comodamente tace. E mentre lui tace, si becca le lodi e gli applausi di alcuni amministratori catanzaresi.
Tutto questo ci fa sentire l’allarme che la situazione ispira e che fa sembrare incomprensibile l’anestesia di tanti, assessori regionali e sindaco compresi, rispetto a promesse effimere enunciate da un potere che mostra la sua doppia natura. Qui la cosa è seria, ma non sappiamo chi l’abbia capito! Registriamo un malcostume politicamente e civilmente censurabile in cui lo stilema è sempre lo stesso: dedicare l’ammicco, un gesto ruffiano, al governatore che promette e che non fa, ringraziandolo di meriti non suoi come nel caso del nuovo possibile Ospedale cittadino. Un birignao messo in campo dai suoi sodali catanzaresi che avrebbero bisogno di alzare la schiena, tenerla ben dritta, e svolgere il proprio mandato con un po’ di dignità.
Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore” [MORE]