Fisco, Renzi: «Non facciamo sconti. Berlusconi sconterà la pena fino all'ultimo giorno»
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ROMA, 6 GENNAIO 2014 - “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Queste una delle massime di Giulio Andreotti che, a voler usare una metafora, di acqua sotto il ponte ne ha vista passare e parecchia. Da quando domenica scorsa è emersa la possibile esistenza di una norma salva-Berlusconi nella riforma del fisco, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è impegnato a smentire ogni possibile accordo o inciucio.
Tutto nasce il 24 dicembre, quando il consiglio dei ministri approva un decreto legislativo sui rapporti tra fisco e contribuente che di fatto permetterebbe al leader di Forza Italia, condannato a 4 per il processo Mediaset, di cancellare in un sol colpo tale sentenza e rientrare al Senato e nel panorama politico. I mal pensanti sostengono che tra il premier ed il Cavalieri vi sia l’accordo per una sorta di baratto: l’annullamento della condanna a favore di Berlusconi in cambio di una elezione tranquilla del prossimo Capo dello Stato.
Fin qui se si vuol “pensar male”. A fare chiarezza sulla vicenda, quest’oggi, è intervenuto nuovamente lo stesso Matteo Renzi. «Per evitare polemiche – ha affermato il premier – ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio». «Noi cambiamo il fisco per gli italiani – ha proseguito – non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi, che sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno».[MORE]
Per la politica italiana il 2015, dopo che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato le sue dimissioni, ha come tema principale l’elezione del nuovo inquilino al Quirinale. A tal proposito ecco cosa ha scritto Renzi sulla sua enews: «Il Presidente della Repubblica. Chi sarà? Cosa farà? Ma sarà politico o tecnico? Uomo o donna? Di maggioranza o di opposizione? Domande legittime che rimbalzano nelle stanze romane. Ormai è il passatempo preferito degli addetti ai lavori. Capisco e non commento - ha continuato -. Posso però dire che se l’Italia ha attraversato indenne un momento molto delicato gran parte del merito va a Giorgio Napolitano. E che prima di discutere del futuro un sommesso grazie va all’attuale Presidente della Repubblica. Che si accinge a lasciare il Quirinale dopo nove anni di servizio alla Patria di cui tutti - nessuno escluso - dovrebbe essergli riconoscente».
(Immagine da unita.it)
Giovanni Maria Elia