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8 0TT0BRE 2015 - Tra i santi di oggi si ricorda San Felice, Santa Pelagia e Santa Reperata. Le notizie sono molto scarse. [MORE]
San Felice di Como, morto intorno al 390, fu ordinato vescovo da Sant’Ambrogio vescovo di Milano del quale ne fu anche molto amico. resse per primo la Chiesa di questa città.
Vangelo secondo Luca
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
L’uomo ha bisogno di ogni cosa. Per dare vita al suo corpo deve attingere dalla creazione, per dare vita al suo spirito deve attingere ogni sapienza dall’ascolto del suo Signore, per dare vita alla sua anima si deve nutrire dello stesso Dio. Se Dio non diviene vita dell’uomo, l’uomo usa per la morte e non per la vita tutto ciò che il Signore gli elargisce attraverso la sua creazione. Osserviamo bene come stanno le cose: la nostra società ha deciso che Dio non gli serve, il Vangelo non gli serve.
Tutto oggi è divenuto oggetto di morte: la politica, l’economia, la finanza, la stessa scienza, la morale. Quanto il Libro della Sapienza rivela che avveniva ai tempi antichi, quando l’idolatria imperversava nel mondo, oggi avviene in modo centuplicato. Senza vera sapienza l’uomo lavora per la morte e non per la vita. Usa le cose per uccidersi e non per vivere. Se non si ritorna a fare del vero Dio il nutrimento del nostro spirito e della nostra anima, la morte imperverserà.
Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it
@CristofaroFranc