Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 27 SETTEMBRE 2016 – Continua ad impazzare la polemica relativa alla decisione della prima cittadina capitolina Virginia Raggi di non candidare Roma per i Giochi Olimpici del 2024. [MORE]
Nel corso dell’audizione alla commissione Cultura e Sport al Senato, la Raggi ha così motivato la tanto discussa decisione: “Non c’è alcun tipo di sostenibilità per questi eventi. Evidenze storiche ci dimostrano come gli investimenti che tanto il Cio quanto i governi quanto le città dovevano sostenere per ospitare le Olimpiadi non erano mai ripagati dai ricavi né contribuivano ad avere un legato futuro a beneficio della città”. La decisione non è certo una sorpresa, come la stessa sindaca capitolina infatti ricorda: “La nostra posizione è sempre stata molto chiara. Il 25 giugno 2015 ci fu la presentazione del Cio e della candidatura e noi quattro consiglieri M5S votammo contro”.
Sulla possibilità che la decisione sia stata motivata anche dallo spettro della corruzione, la sindaca ha spiegato: “In questi ultimi giorni si prova ad accostare il no a una presunta accusa di corruzione. La corruzione a Roma è certificata dalle indagini di Mafia Capitale. Questo non è minimamente un tema preso in considerazione, altrimenti dovremmo dire `chiudiamo Roma´. Noi dovremo estirpare la corruzione con l’aiuto dell’Anac. È piuttosto un problema di sostenibilità economica, che non c’è”.
I costi ovviamente elevati dei Giochi Olimpici sono uno dei principali fattori che hanno spinto il Campidoglio a dire no alla candidatura capitolina, perché “Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente. Abbiamo un debito che nel 2008 ammontava a 2 miliardi”. Colmare i debiti già accumulati e quelli che si sarebbero dovuti contrarre per i giochi, avrebbero fatto sì che “i debiti contratti con le Olimpiadi avrebbero gravato sulla testa nostra, dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Stiamo ancora pagando le indennità degli espropri delle Olimpiadi del ‘60. Sono tutti soldi sottratti alla scuola e alla sanità: avremmo continuato a togliere soldi per servizi essenziali. Sarebbe stato da irresponsabile dire di sì”.
Elisa Lepone