Riforme costituzionali: emendamento blitz del Pdl sulla giustizia
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ROMA, 27 GIUGNO 2013 - Le riforme costituzionali all’esame del governo si arricchiscono di un “nuovo” capitolo: la riforma sulla giustizia. Il Pdl ha difatti presentato al Senato, presso la Commissione Affari Costituzionali, un emendamento al ddl costituzionale che modifica le competenze del Comitato dei 40, l’organo bicamerale incaricato di redigere le riforme.[MORE]
L’emendamento del Pdl, il cui primo firmatario è il senatore Donato Bruno, richiede che il Comitato dei 40 intervenga sul titolo IV della Costituzione, ovvero sulla parte che disciplina la magistratura e l’ordinamento giurisdizionale. Un tema quest’ultimo da sempre molto caro al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ma che per accordi presi in seno all’esecutivo di governo si era deciso di accantonare per evitare frizioni al suo interno.
Questa almeno era la volontà espressa dal premier Letta. Ma dopo la sentenza di condanna sul “caso Ruby” le cose sono inevitabilmente cambiate ed immaginare che il Cavaliere se ne stesse impassibile a braccia conserte era del tutto improbabile. Così ecco arrivare oggi quello che potrebbe essere un duro colpo per l’equilibrio del governo, un emendamento che mina una già precaria stabilità e che alcuni parlamentari non hanno rinunciato a definire un vero e proprio blitz da parte del Pdl.
Ma a tal proposito così si è espresso lo stesso primo firmatario dell’emendamento, Donato Bruno: «non c’è stato alcun blitz del Pdl. Gli emendamenti sono stati consegnati quando non c’era alcuna sentenza relativa a Berlusconi. Della necessità di modificare il titolo IV della Costituzione ne abbiamo parlato apertamente in sede di discussione in commissione. Mi sembra logico – ha aggiunto Bruno – che si discuta della opportunità di modificare anche la parte relativa alla magistratura, anzi è fondamentale».
Altra firmataria dell’emendamento risulta la senatrice Anna Maria Bernini, che ha affermato: «ben prima della condanna in giustissima di Berlusconi abbiamo esperesso in commissione la convinzione che non si possa modificare l’impatto delle riforme a soli quattro titoli della parte seconda della Costituzione. Perché – spiega la Bernini – se si decide cha cambiano i poterei del presidente della Repubblica, si deve intervenire su tutti i pesi e contrappesi. E quindi, ad esempio, modificare il potere di nomina dei giudici costituzionale da parte del capo dello Stato. Capisco tutte le interpretazioni – conclude la senatrice – ma il nostro non è un blitz».
Naturalmente non mancano le reazioni di disapprovazione da parte di altre espressioni politiche, come ad esempio Fratelli d'Italia, il cui leader, Ignazio La Russa, era, fino a poco tempo fa, un uomo di fiducia del Cavaliere. Il senatore siciliano, in merito all’emendamento ha difatti affermato: «non si può riformare la Costituzione senza ricordare anche la questione della giustizia. Nel caso concreto, però, chi ha presentato questa proposta sa di aumentare le difficoltà e le tensioni rispetto alla possibilità di raggiungere l’obiettivo 18 mesi previsti».
E se al momento il Pd si limita a smorzare i torni e attraverso le parole del senatore Luigi Zanda invita il Pdl «alla massima prudenza possibili, senza strappi e senza blitz perché la Costituzione è materia delicatissima», è il M5S, tramite il suo vicepresidente Alfonso Bonafede, ad esprime forte dissenso rispetto una proposta di riforma che sembra essere, così si evince dalle parole del senatore, ancora una volta ad personam: «i fatti che riguardano le singole persone non devono incidere sul calendario della commissione Giustizia della Camera. Faremo le barricate – aggiunge Bonafede – perché non sia subordinato a vicende che riguardano singolo personalità. Non ci deve essere alcuna accelerazione per i provvedimenti che non riguardano tutti i cittadini».
(Immagine da adnkronos.com)
Giovanni Maria Elia