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TRIPOLI, 5 GENNAIO - Sono 28 le persone rimaste uccise e altre dozzine rimaste ferite in un raid aereo contro una scuola militare a Tripoli, lo ha riferito alla stampa un portavoce del Ministero della Salute del Governo di Accordo Nazionale (GNA) Amin al-Hachemi - “Un raid aereo nella scuola militare di Tripoli ha ucciso 28 cadetti e ne ha feriti dozzine” - ha dichiarato.
Questa scuola militare si trova ad al-Hadba al-Khadra, nell’area residenziale della capitale libica sotto il controllo del GNA.
“Al momento dell’attacco aereo, i cadetti, stavano facendo la loro ultima adunata della giornata nel cortile principale prima di tornare nei loro dormitori”, ha riferito ancora il portavoce Amin al-Hachemi.
Il Ministero della Salute della GNA ha chiesto donazioni di sangue, invitando i donatori a recarsi presso ospedali e banche del sangue.
Nelle ultime settimane c'è stato un aumento degli attacchi aerei e dei bombardamenti intorno a Tripoli, con il timore che i combattimenti potessero intensificarsi ulteriormente dopo che il parlamento turco avrebbe votato per consentire un dispiegamento di truppe a sostegno del GNA.
I sobborghi meridionali di Tripoli sono stati continuo teatro di pesanti combattimenti già dal 4 aprile, data dell'inizio dell'offensiva del maresciallo Khalifa Haftar, l'uomo forte della Libia orientale, per impadronirsi della capitale libica, sede del GNA riconosciuto dall’ ONU.
Le forze del GNA hanno accusato le forze pro-Haftar dell’attacco sulla loro paginaTwitter, hanno pubblicando foto dei feriti e delle vittime dell’operazione denominata "Vulcano di rabbia". Le forze pro-Haftar, tuttavia, finora non hanno rivendicato la responsabilità del raid.
Più di 280 civili e più di 2.000 combattenti sono stati uccisi dall'inizio dell'attacco di Haftar a Tripoli, secondo le Nazioni Unite. I combattimenti hanno anche sfollato circa 146.000 persone.
Venerdì, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha rinnovato la sua richiesta di un immediato cessate il fuoco in Libia, avvertendo che la fornitura di sostegno straniero alle ‘parti’ in guerra “approfondirebbe solo il conflitto in corso e complicherebbe ulteriormente gli sforzi per raggiungere una soluzione politica pacifica e globale”.
Luigi Palumbo
Fonte immagine: en24