Mladic davanti ai giudici all'Aja: "ho agito per difendere la mia patria"
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Prima udienza davanti ai giudici del Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra in ex Yugoslavia all’Aja per l’ex generale serbo bosniaco Ratko Mladic; se per le sei “madri di Srebrenica” venute ad assistere al processo la condanna è già stata scritta, per la giustizia internazionale questa non è che la prima di una lunga serie di tappe che porteranno al giudizio finale del generale che, accusa l’attuale Presidente serbo Boris Tadic, è stato protetto per anni dalle autorità del governo Milosevic, con un’azione che avrebbe messo il Paese in una situazione estremamente imbarazzante davanti la comunità internazionale.[MORE]
In giacca e cravatta, con il suo vecchio berretto militare, Mladic si dichiara né innocente né colpevole, sottolineando di aver agito in difesa della sua patria, e non di aver ucciso individui “in quanto Musulmani e Croati”; vuole vivere, per mostrare di essere un “uomo libero”, e definisce false e ripugnanti le accuse che gli sono state mosse. Gli vengono imputati undici reati, tra cui genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità; l’ex generale si dice molto malato (alcuni sostengono sia reduce da tre ischemie, altri affetto da un cancro linfatico), e chiede almeno un mese per poter leggere i capi di imputazione e decidere cosa dire.
Scuote la testa, quando il giudice olandese Alphons Orie cita la strage di Srebrenica e all'assedio di Sarajevo, lo applaude quando fa cenno a una possibilità di udienza senza telecamere; nella sessione privata, vorrebbe parlare della sua malattia. Mladic è accompagnato in aula dall'avvocato nominato dalla Corte, Aleksandar Aleksic, che lo assisterà nella difesa. La prossima udienza, come previsto dalla procedura, è fissata per il 4 luglio alle dieci del mattino.
Simona Peluso