Merkel-Macron-May. I tre leader contro Trump: "Stop ai dazi o l'Europa si difenderà"
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Merkel-Macron-May. I tre leader contro Trump: "Stop ai dazi o l'Europa si difenderà"

lunedì 30 aprile, 2018

PARIGI, 30 APRILE – L’inizio di una guerra commerciale. Se dal primo maggio Trump farà scattare le restrizioni commerciali promesse anche in Europa, si scatenerà una guerra commerciale senza precedenti nell’era della globalizzazione, che, come stimato dagli esperti, porterà a una diminuzione della crescita mondiale di 1-2 punti percentuali.

Il presidente Trump ha introdotto a marzo dazi del 25% sull’acciaio e 10% sull’alluminio per Cina e Giappone, con la riserva di estendere questi dazi anche all’UE. I principali leader dell’Unione, Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May si schierano compatti contro le restrizioni commerciali statunitensi in una conversazione telefonica avvenuta ieri sera. Come riferisce un portavoce del governo tedesco, “"Hanno convenuto che non ci dovrebbe essere alcuna misura commerciale contro l'Europa, altrimenti l'Europa difenderà i suoi interessi nel quadro delle regole multilaterali sul commercio", mentre Downing Street spiegava che i tre leader "sono impegnati a continuare il lavoro in stretto contatto con il resto dell'Ue e con l'amministrazione americana, con l'obiettivo di ottenere un'esenzione definitiva dai dazi Usa".[MORE]

La Cina ha risposto a Trump annunciando dazi del 25% su 106 merci americane, mentre l’UE è in attesa di vedere se gli USA accetteranno la proposta di Macron e Merkel, in una recente visita a Washington, di posporre le misure restrittive. Ma il Presidente non sembra essere propenso a risparmiare l’Europa: “L'Ue sembra una bella cosa, ma è stata formata per approfittarsi degli Usa. Ma non me la prendo con loro, né con i leader di Cina o Giappone, me la prendo con i nostri passati presidenti", ha detto Trump durante un comizio in Michigan nelle scorse ore, promettendo che "non sarà più così, quei giorni sono finiti, dobbiamo aprire quei mercati, è ingiusto" nei confronti degli Usa. Ribadendo il suo sostegno agli agricoltori americani, il presidente ha spiegato che "quando gli Usa affrontano la Cina o l'Unione Europea, che ha dei blocchi formidabili, è molto difficile per noi vendere le nostre merci”.

Gli Stati Uniti però devono considerare che senza gli aiuti europei e giapponesi sarebbe difficile battere la concorrenza dei prodotti cinesi. Inoltre per un paese che ha raggiunto la sua massima capacità produttiva (la disoccupazione è minore del 4% in USA) sarebbe ancora più complicato sostituire l’importazione con la produzione interna. Infine come ha spiegato il capoeconomista del Fmi i deficit commerciali non si curano con i dazi. Lo squilibrio tamponato con le restrizioni rispunta in un altro settore. Perché se un paese spende più di quanto guadagna (gli Usa, con i debiti di famiglie e dello Stato) finirà sempre per importare e uno che guadagna più di quanto spende (la Germania) per esportare.

Federico De Simone

Fonte immagine: interris.it


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