Lo strano caso di D'Alema: "Renzi? Dovrò difenderlo come Craxi"
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CAMPOBASSO, 29 NOVEMBRE - Matteo Renzi? Dovrò difenderlo io. Arrivano quasi a sorpresa le dichiarazioni di Massimo D’Alema, esponente della minoranza Pd, notoriamente schierato per il No al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre. Intervenuto a margine di una iniziativa referendaria a Campobasso ad opera del deputato Pd, Danilo Leva, l’ex premier e leader Ds ha quasi ‘gelato’ il pubblico presente, che fino a prima aveva riservato grande accoglienza ed approvazione.[MORE]
L’ex presidente accende all’improvviso una miccia: «Questo è il Paese che allo sconfitto riserva il calcio dell’asino, è già capitato in passato..» ha ammonito, facendo riferimento anche alle ultime vicende Pd (vedi Bersani e Prodi). Ma il riferimento più preciso è il parallelo con Bettino Craxi: «Mi è già capitata in passato una situazione simile. Quando cadde, mentre i suoi fedelissimi si avventavano su di lui come cani pur di salvarsi e rifarsi una verginità, toccò a me difenderlo». Craxi avrebbe inoltre apprezzato, secondo quanto fatto trapelare attraverso un ambasciatore. Non uno qualunque, ma il presidente Olp, Yasser Arafat.
Non mancano tuttavia le frecciate al premier, prendendo spunto dalla vicenda: «Craxi era di sinistra, Renzi non lo è. Craxi frequentava Arafat, Renzi frequenta Netanhyau». Ma il tema cardine è il futuro post-referendum: «Tantissimi sono renziani solo per convenienza, opportunismo e conformismo. Qualcuno sta già prendendo appuntamenti con me dopo il referendum» - avverte D’Alema – senza peraltro fare nomi. Come a dire: caro Renzi, il cattivo non sono io. Ma questa partita è ancora (parzialmente) lontana. Si giocherà il 5 dicembre, dopo che il popolo italiano avrà espresso il proprio giudizio sulla riforma Boschi-Renzi e di fatto, sul destino dell’attuale esecutivo.
foto da: infooggi.it
Cosimo Cataleta