Zelensky a Natale tra unità nazionale e pace: il messaggio all’Ucraina e le aperture diplomatiche
Guerra in Ucraina, Natale sotto le bombe: raid russi su Odessa e nuove tensioni globali
Un morto nel porto di Odessa, droni e bombardieri in azione: escalation militare mentre la diplomazia resta bloccata
La guerra in Ucraina non conosce tregua nemmeno nel giorno di Natale. Nelle prime ore del 25 dicembre, nuovi attacchi russi hanno colpito il porto di Odessa, uno snodo strategico fondamentale per l’economia ucraina e per le esportazioni sul Mar Nero. Il bilancio è di un morto e diversi feriti, mentre si moltiplicano i segnali di una escalation militare su più fronti.
Raid notturni su Odessa: colpite infrastrutture portuali e industriali
Secondo quanto riferito dalle autorità locali, le forze russe hanno bombardato infrastrutture portuali e industriali nella regione di Odessa durante la notte. A confermarlo è stato il governatore regionale Oleg Kiper, citato dai media ucraini.
«Il nemico ha nuovamente colpito il porto e le strutture industriali della regione. Una persona è stata uccisa e altre sono rimaste ferite», ha dichiarato Kiper.
Gli attacchi hanno provocato danni a edifici amministrativi, magazzini e aree produttive, con incendi divampati in più punti. Le squadre di emergenza sono intervenute rapidamente riuscendo a domare le fiamme, evitando conseguenze ancora più gravi.
Mosca intercetta 141 droni ucraini: allerta su più regioni russe
Sul fronte opposto, il ministero della Difesa russo ha annunciato l’intercettazione di 141 droni ucraini durante la stessa notte. I velivoli senza pilota sarebbero stati abbattuti su numerose regioni, tra cui Mosca, Bryansk, Tula, Crimea, Rostov e Krasnodar.
L’intensificarsi degli attacchi con droni conferma come il conflitto sia entrato in una fase sempre più tecnologica, con l’uso massiccio di sistemi aerei senza pilota sia in territorio ucraino che in territorio russo.
Bombardieri russi sul Mare di Barents: cresce la tensione con l’Occidente
Aumenta anche la pressione sul piano geopolitico. Bombardieri strategici russi Tu-95MS hanno sorvolato le acque neutrali del Mare di Barents e del Mare di Norvegia, scortati da caccia russi e seguiti da jet “stranieri”, secondo quanto riferito da Mosca.
Il volo, durato oltre sette ore, rientra in una serie di manovre militari che negli ultimi mesi si sono intensificate, alimentando la tensione tra Russia, Unione Europea e Nato.
Putin rinvia ancora il discorso al Parlamento
Sul piano politico interno, il Cremlino ha confermato che Vladimir Putin non terrà nemmeno quest’anno il tradizionale discorso all’Assemblea Federale, previsto dalla Costituzione russa.
Il portavoce Dmitri Peskov ha spiegato che si tratta di una scelta diretta del presidente. Non è la prima volta: Putin aveva già saltato il discorso nel 2017 e nel 2022, alimentando interrogativi sulla gestione politica della guerra e sulle priorità interne del Cremlino.
Ucraina e Nato: una frattura che affonda le radici nel passato
Intanto emergono nuovi dettagli storici sulla posizione russa. Secondo documenti citati dal National Security Archive, Putin avrebbe espresso già nel 2001 e nel 2008 la sua netta opposizione all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ritenendolo un fattore di instabilità e di possibile conflitto diretto con gli Stati Uniti.
Una linea politica che, col senno di poi, appare come uno dei nodi centrali che hanno condotto allo scontro armato iniziato nel 2022.
Zelensky e il Natale di guerra: tra dolore e resistenza
Nel suo messaggio natalizio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di un Natale segnato dalla sofferenza, ribadendo però che la Russia non potrà mai piegare l’unità del popolo ucraino.
Parole dure, cariche di emotività, che riflettono il clima di un Paese che vive il terzo Natale di guerra, tra bombardamenti, lutti e una pace che appare ancora lontana.
Un conflitto senza tregua, anche a Natale
Gli attacchi su Odessa, le operazioni con droni, i voli militari russi e lo stallo diplomatico dimostrano come la guerra in Ucraina continui a evolversi senza segnali concreti di de-escalation. Mentre il mondo celebra le festività, sul fronte orientale dell’Europa il conflitto resta una drammatica realtà quotidiana, con conseguenze umane, politiche ed economiche che superano i confini regionali.
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