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PALERMO, 12 DICEMBRE 2011 – Mentre nel circuito dei media mainstream si parla tanto – e forse anche troppo – della cosiddetta “trattativa”, in Sicilia la storia dei rapporti tra Cosa Nostra e lo Stato sembra da qualche mese in fase di riscrittura. Quanto meno quella giudiziaria. Dopo l'”affaire via D'Amelio”, un nuovo “mistero italiano” sembra sulla strada della soluzione. L'omicidio De Mauro. [MORE]
Chi era Mauro De Mauro. Il suo corpo è stato ritrovato solo quarant'anni dopo, e solo grazie alla confessione di Rosario Naimo, uno dei grandi nomi della storia di Cosa Nostra nei due mondi di cui si occupò Giovanni Falcone già nel 1991 (operazione “Sea Port” su un vasto carico di cocaina tra la Colombia, gli Stati Uniti e la Sicilia). Dopo una latitanza di ben quindici anni, fu arrestato alla fine di ottobre del 2010 e, da quel giorno, «per amore della giovane moglie e dei due figli», ha iniziato a “cantare”.
Dopo la militanza nella X° Flottiglia Mas di Junio Valerio Borghese, nel dopoguerra si trasferisce con la famiglia a Palermo, dove inizia a lavorare per giornali come Il Tempo di Sicilia, il Mattino di Sicilia e, soprattutto, L'Ora di Palermo. Venne rapito la sera del 16 settembre 1970, mentre rientrava nella sua abitazione di Palermo. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma molti pentiti hanno affermato che si trovi in uno dei piloni dell'Autostrada A19 Palermo-Catania.
L'inchiesta sulla sua morte è spesso stata legata ad altri due omicidi eccellenti della nostra storia più o meno recente e, come per De Mauro, mai giunti ad una verità convincente, cioè quelli di Enrico Mattei, avvenuta nei cieli di Bascapè (Pavia) il 27 ottobre 1962 – e di cui proprio il giornalista si stava occupando per “L'Ora” - e quella, avvenuta ad Ostia il 2 novembre 1975, di Pier Paolo Pasolini.
Lo scorso 5 dicembre, il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Antonio Ingroia ed il sostituto Sergio Demontis – ai quali sono state affidate le indagini dal 2005 – hanno convocato, come “teste d'eccezione” il senatore Marcello Dell'Utri. Essendo nota la sua passione per i libri, infatti, il senatore ha più volte riferito di essere in grado di entrare in possesso dell'”appunto 21”, e del capitolo scomparso di “Petrolio”, il libro a cui stava lavorando Pasolini prima di essere ucciso e di cui sarebbe scomparso un capitolo intitolato “Lampi sull'Eni” nel quale, dicono i beninformati, sarebbe scritta la chiave dell'omicidio Mattei.
Intervistato da “Iquadernidellora.it”, il senatore ha raccontato di essere stato avvicinato a Milano durante una mostra da un non meglio precisato personaggio che gli avrebbe rivelato di essere in possesso del capitolo. È bene ricordare, però, che proprio Dell'Utri qualche tempo fa dichiarò di essere in possesso dei diari di Mussolini, rivelatisi poi falsi. A questo punto, dunque, la domanda è lecita: il “triangolo dei misteri” De Mauro-Pasolini-Mattei sarà risolto, oppure anche in questo caso il tutto si risolverà nell'ennesima bolla di sapone?
Andrea Intonti