Il futuro del nostro pianeta: verso una nuova era climatica?
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La storia del nostro pianeta ci insegna come variazioni climatiche di vaste dimensioni abbiano causato devastazioni globali e perdite umane. Basti pensare alle cinque ere glaciali che hanno colpito la Terra nel corso dei secoli. Il flusso continuo di energia tra il sole e la materia, provvede all’equilibrio del clima terrestre. Il mutamento climatico avviene quando le variazioni dovute ad una diversa interazione del Sole con atmosfera, oceani, ghiacciai, crosta terrestre e biosfera diventano più consistenti. Se poi si aggiunge la mano dell’uomo la questione si fa più problematica.[MORE]
Alcuni studiosi hanno ipotizzato una serie di fattori cardine nel processo di formazione di un'era glaciale: la variazione della composizione dell'atmosfera (in particolare la quantità di biossido di carbonio (CO2) e metano (CH4)); i movimenti delle placche tettoniche che determinano la posizione dei continenti sulla superficie terrestre; la variazione dell'orbita del Sole all'interno della Via Lattea e altre cause cosmiche. Ma il dibattito è ancora aperto e piuttosto controverso.
Recentemente Nature ha pubblicato due articoli che testimoniano chiaramente i danni del riscaldamento terrestre attraverso l’analisi delle acque e del suolo. Il suolo e gli oceani del nostro pianeta assorbono generalmente circa la metà del CO2 immesso nell’atmosfera ma, il riscaldamento globale ne sta riducendo drasticamente le capacità. Per quanto riguarda i mari, l’innalzamento della temperatura ha rallentato il ritmo con cui il carbonio viene assorbito dall’oceano e ha prodotto una maggiore evaporazione.
Relativamente al suolo i ricercatori sostengono che il graduale aumento di anidride carbonica atmosferica(CO2) abbia accelerato il rilascio di metano e protossido di azoto nel terreno. Il suolo ospita minuscoli microrganismi che respirano CO2 ed espellono azoto e metano, gas che si diffondono nell’atmosfera accelerando il processo inquinante. I ricercatori in questione mettono in risalto anche che l’effetto serra, oltre a riscaldare le acque marine, sia all’origine di forti precipitazioni e uragani nelle zone tropicali favorendo l’erosione del suolo.
L’effetto serra costituirebbe, quindi, il fattore principale del surriscaldamento del pianeta, influenzando la circolazione generale dell’atmosfera e, di conseguenza, l’evoluzione dei principali sistemi atmosferici.
Ancora più allarmante è il fatto che, se la concentrazione di anidride carbonica nell’aria dovesse continuare ad aumentare, nel giro di 50-100 anni la temperatura della Terra potrebbe salire in media di due o tre gradi centigradi, valore da triplicarsi a latitudini polari con ripercussioni sul livello degli oceani.
In più il surriscaldamento atmosferico potrebbe accelerare la diffusione di malattie infettive e diffonderne di tropicali influenzando notevolmente lo stato di salute di tutti gli esseri viventi.
L’unica possibile alternativa è l’acquisizione da parte dell’uomo di una maggiore coscienza ecologica. Diminuire le emissioni di CO2 e impedire la distruzione dello strato di ozono, non deforestando eccessivamente e sostenendo una politica energetica sostenuta da fonti veramente rinnovabili potrebbe servire a migliorare la salute del nostro pianeta.
Roberta Lamaddalena
Immagine tratta da http://www.google.it/imgres?imgurl=http://cdn3.dynamick.it/wp-content/uploads/Image/earth-west_thumb.jpg&imgrefurl=http://www.dynamick.it/foto-terra-878.html&h=470&w=470&sz=33&tbnid=DidYvUGzcNZm_M:&tbnh=90&tbnw=90&prev=/search%3Fq%3Dimmagine%2Bterra%26tbm%3Disch%26tbo%3Du&zoom=1&q=immagine+terra&docid=nIubvTn2DQ4yzM&sa=X&ei=6avDTuGFDIufOpnorOwO&ved=0CCYQ9QEwAA&dur=117