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Migranti, maxi traffico dall’Asia Minore all’Italia: arrestato il boss egiziano ad Istanbul

Redazione
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Migranti, maxi traffico dall’Asia Minore all’Italia: arrestato il boss egiziano ad Istanbul
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Migranti, traffico dalla Turchia verso l’Italia: sgominata maxi rete criminale, arrestato il boss egiziano

CATANIA – Un traffico umano lungo la rotta del Mediterraneo orientale, tra le acque dell’Egeo e le coste siciliane. È quanto emerge dalla maxi inchiesta “El Rais” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania che ha portato allo smantellamento di un'organizzazione criminale internazionale, operante tra Egitto, Turchia, Grecia e Italia, accusata di aver favorito lo sbarco clandestino di almeno 3.000 migranti dal 2021 a oggi.

Il presunto capo della rete, Assad Ali Gomaa Khodir, 41 anni, noto come Abu Sufyen, è stato arrestato a Istanbul, dove si era rifugiato per evitare l’arresto dopo una condanna a 10 anni in Egitto per traffico di esseri umani. Secondo gli inquirenti, si tratta di uno dei principali “player del settore” in Asia minore, capace di gestire una struttura logistica ben collaudata, in grado di organizzare viaggi dalla Turchia all’Italia attraverso l’uso di barche a vela sovraccariche.

Rotte, costi e rischi di un viaggio disperato

Le indagini, avviate dalla Squadra Mobile di Siracusa, hanno permesso di ricostruire 18 traversate, definite “eventi migratori”, che hanno interessato le coste di Sicilia e Calabria. I migranti, provenienti soprattutto da Siria, Afghanistan e Palestina, partivano dalle città turche di Bodrum, Izmir e Marmaris, affrontando viaggi lunghi anche 10 giorni, in condizioni estreme.

Per garantirsi un posto su una delle imbarcazioni, ognuna lunga tra i 12 e i 15 metri, i migranti pagavano fino a 10.000 dollari a testa. Le barche, concepite per ospitare al massimo 25 persone, venivano caricate fino a 150 individui, senza alcuna garanzia di sicurezza.

Un business da 30 milioni di euro

Il giro d’affari della rete criminale è stato stimato in oltre 30 milioni di euro. Le autorità hanno eseguito sette arresti, mentre altri otto indagati, localizzati in Paesi extra-UE, sono riusciti a sottrarsi all’ordinanza cautelare. Tra le accuse mosse figurano l’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a gravi violazioni del diritto internazionale.

Una rete internazionale, ma radici italiane

L’organizzazione, secondo quanto ricostruito, reclutava skipper professionisti in Egitto, che poi venivano incaricati di guidare le imbarcazioni durante le rotte verso l’Italia. Il punto di partenza era quasi sempre il porto commerciale di Augusta, da cui si è sviluppato il primo filone investigativo.

“Abbiamo ricostruito una struttura operativa solida, capace di operare indisturbata per anni e che ha messo a rischio la vita di migliaia di persone – spiegano gli inquirenti –. Il nostro obiettivo è ora ampliare le indagini per colpire anche i circuiti finanziari che hanno sostenuto l’intero sistema”.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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