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ROMA, 1 APRILE 2016 - Determinare la percezione che il cane ha della morte non è un'operazione semplice e spesso si corre il rischio di antropomorfizzare l'evento, ovvero credere che il cane percepisca nella sua mente il lutto come lo percepirebbe un essere umano. Ci sono degli atteggiamenti che indurrebbero però a sostenere il contrario nonostante molti studiosi ritengono che Fido non sappia cosa sia la morte.
Paride, Pastore Maremmano di 12 anni, ha perso il suo compagno di vita umano e da quel triste momento è apatico, a tratti inquieto e ha fatto la veglia del corpo del suo padrone fino al giorno del funerale cercando carezze e il conforto dei presenti. Inizialmente molte persone si sono domandate se Paride avesse realizzato la morte di nonno Emilio, il quale abbandonate le vesti terrene e divenuto puro spirito, almeno per il momento, per chi crede in un aldilà celeste, è invisibile ai suoi occhi.
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Quali conseguenze potrebbe generare la separazione di quel binomio perfetto tra bipede e cane? Se volessimo ricondurre tutto ad una riflessione basata sul rapporto gerarchico della relazione, si potrebbe affermare che la morte dell'umano avrà come conseguenza immediata la perdita del senso di sicurezza nel cane. Le teorie sulle gerarchie e dei rispettivi attori coinvolti dominante e subalterno, le considererei ampiamente superate e mi soffermerei su quelle tesi nelle quali l'amico a 4 zampe è considerato un animale empatico e capace di comunicare con l'uomo attraverso le emozioni. La morte dell'essere umano determina nel cane un grande senso di vuoto, un malessere psicologico e l'animale non sempre è in grado di elaborare il lutto. Molti sono i fatti di cronaca che descrivono situazioni nelle quali il cane rimasto senza il suo umano continua a cercarlo o ad aspettare il suo ritorno a casa o si reca nel luogo nel quale l'animale ha visto per l'ultima volta il suo compagno di vita. Altre volte, invece, nel cane avviene un meccanismo di resa: frequenti sono i casi in cui, dopo che il padrone è morto, il fedele compagno attraversa le fasi di una depressione che lo conduce dritto alla morte.
Proprio nei momenti di depressione, anzi, prima che questi si verifichino, gli altri membri della famiglia dovrebbero cercare di coinvolgere Fido in svariate attività per evitare che l'apatia e l'insicurezza prevalgano. Anche portare il cane semplicemente a passeggiare potrebbe essere un modo per offrirgli sostegno oppure ben vengano gite fuori porta, escursioni nel bosco, attività ludico-ricreative in base a quelle che sono le inclinazioni e l'età del cane. Il grande male invisibile della depressione non è una malattia immaginaria come molte persone ignorantemente sostengono, ma è una patologia seria che può portare alla morte. Per questo motivo, qualora doveste avere la percezione che il cane, a seguito della scomparsa del suo bipede si stia lasciando andare, affidatevi a consulenti cinofili comportamentali per intraprendere un percorso che miri al recupero psicologico dell'animale devastato dalla morte del suo umano.
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Aaron