Mandato d’arresto per il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol i dettagli
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Mandato d'arresto per il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol: un caso senza precedenti nella storia della Corea del Sud
Il presidente sospeso è accusato di aver tentato un colpo di Stato attraverso la proclamazione della legge marziale.
Seoul – Per la prima volta nella storia della Corea del Sud, un presidente in carica è stato colpito da un mandato d'arresto. Il tribunale sudcoreano ha accolto ieri la richiesta di arresto nei confronti di Yoon Suk-yeol, accusato di aver proclamato la legge marziale lo scorso 3 dicembre in un fallito tentativo di colpo di Stato. La decisione arriva in un clima di tensione crescente, con il Paese profondamente diviso sull'operato dell'ex procuratore, sospeso dall'incarico ma ancora formalmente presidente.
L’accusa: proclamazione della legge marziale e tentato colpo di Stato
Yoon Suk-yeol, 64 anni, ha sorpreso il Paese il 3 dicembre annunciando improvvisamente la legge marziale e dispiegando l'esercito per impedire l'accesso al Parlamento. La mossa ha scatenato una reazione immediata e massiccia: migliaia di cittadini sono scesi in piazza per manifestare contro il presidente, mentre i parlamentari, uniti, hanno respinto l'azione come un palese abuso di potere. Sotto la pressione pubblica e politica, Yoon ha ritirato la legge marziale poche ore dopo, ma il danno era ormai fatto.
La crisi politica si è aggravata il 14 dicembre, quando l'Assemblea Nazionale ha votato a favore della sua destituzione. Attualmente, la Corte costituzionale è chiamata a confermare o annullare questa decisione entro giugno 2025. Nel frattempo, Yoon è stato sospeso dalle sue funzioni.
Le indagini e il mandato d’arresto
Secondo l'autorità congiunta incaricata delle indagini, Yoon ha ignorato per tre volte le convocazioni per essere interrogato, costringendo gli investigatori a richiedere un mandato d'arresto. "Il mandato di arresto e il mandato di perquisizione sono stati emessi questa mattina", ha dichiarato oggi il portavoce dell'autorità investigativa, senza fornire dettagli sui prossimi passi legali.
Uno degli avvocati del presidente sospeso, Yoon Kab-keun, ha definito il mandato d'arresto "illegale e non valido", sostenendo che sia stato emesso su richiesta di un organismo privo di autorità investigativa. La difesa ha annunciato l’intenzione di contestare la legittimità dell’atto.
Un capitolo critico per la democrazia sudcoreana
Il caso di Yoon Suk-yeol rappresenta un momento delicato per la democrazia sudcoreana. Nonostante il sistema giudiziario del Paese sia considerato tra i più trasparenti dell’Asia, l'arresto di un presidente in carica evidenzia le fragilità del sistema politico. I critici accusano Yoon di aver sfruttato il suo potere per tentare di mantenere il controllo a ogni costo, mentre i suoi sostenitori denunciano una caccia alle streghe orchestrata dall'opposizione.
La popolazione rimane in attesa del verdetto della Corte costituzionale, che potrebbe confermare la destituzione di Yoon o, al contrario, restituirgli la presidenza. Qualunque sia l’esito, la Corea del Sud si trova a un bivio: il caso Yoon sarà ricordato come un monito per il futuro della politica nazionale.