Nessuna pena per Trump, ma la sua fedina penale è macchiata
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Sarà il primo presidente condannato. Lui grida al complotto: "Farsa, farò appello".
Donald Trump si salva dal carcere ma entra nella storia americana come il primo presidente eletto con una condanna penale alle spalle. Dopo settimane di battaglie legali e rinvii, a dieci giorni dal suo nuovo insediamento, arriva la sentenza definitiva sul caso che lo ha visto imputato: i pagamenti illeciti alla pornostar Stormy Daniels per occultare la loro relazione e proteggere la sua prima campagna presidenziale.
La sentenza e il giudizio di Merchan
Nonostante una condanna unanime emessa lo scorso maggio da una giuria composta da 12 membri per 34 capi d’accusa, il giudice Juan Merchan ha scelto di non infliggere né carcere né multe a Trump. Una decisione controversa, spiegata con il contesto straordinario del caso e l’impatto che una condanna più severa avrebbe avuto sul mandato presidenziale.
"È stato il popolo a decidere che lei debba godere delle protezioni previste per il presidente", ha dichiarato Merchan durante l’udienza in collegamento video. Tuttavia, ha voluto precisare: "Il crimine rimane grave e non giustificabile".
Il giudice avrebbe potuto condannare Trump fino a quattro anni di carcere, ma ha ritenuto prioritario preservare la stabilità istituzionale. La sentenza, pur non prevedendo pene severe, formalizza comunque il suo status di "felon", un criminale condannato secondo la legge americana.
Il peso simbolico della condanna
Con questa sentenza, Trump chiude una fase complicata sul piano giudiziario, che lo ha visto coinvolto in quattro procedimenti penali contemporaneamente. La sua vittoria elettorale di novembre gli ha consentito di uscire indenne dagli altri casi, ma non da quello relativo a Stormy Daniels, che ha ora un valore principalmente simbolico.
Il verdetto ha trovato conferma anche alla Corte Suprema, dove i giudici conservatori John Roberts e Amy Barrett si sono schierati con i colleghi liberali, respingendo la richiesta di blocco avanzata dai legali di Trump. Un segnale che il massimo tribunale americano intende mantenere un margine di indipendenza dal presidente eletto.
La reazione di Trump
Furioso per la macchia indelebile sulla sua fedina penale, Trump non si rassegna. "È stata una caccia alle streghe politica per distruggermi", ha dichiarato in video, accompagnato dal suo avvocato Todd Blanche. "Questa farsa non doveva mai iniziare. Faremo appello contro questa vergogna".
I suoi legali prevedono un percorso giudiziario lungo, con possibili ricorsi alla Corte d’Appello di Manhattan e, successivamente, alla Corte d’Appello di Albany. Tuttavia, anche in caso di conferma della condanna, Trump non potrà concedersi la grazia, trattandosi di un’accusa statale e non federale.
Un futuro presidenziale controverso
Mentre si prepara a tornare alla Casa Bianca, Trump dovrà convivere con uno status giuridico senza precedenti. Resta da vedere come questa condizione influenzerà il suo mandato e il rapporto con gli elettori. L’unica certezza è che Donald Trump continua a essere un protagonista divisivo e in grado di riscrivere le regole del gioco politico.
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