Grecia, avvertimenti dall'Ue: "Attenersi alle riforme"
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BRUXELLES, 26 LUGLIO - "La crisi greca termina qui. E' un momento storico". Era il 22 giugno scorso, quando il commissario europeo agli affari economici e monetari Pierre Moscovici decretava l'uscita di scena della Troika da Atene. Negli otto anni di rigido 'lacrime e sangue' - su indirizzo della Commissione Europea, BCE ed FMI -, il governo ellenico ha introdotto massicce privatizzazioni degli asset strategici e imponenti tagli alla spesa pubblica al fine di 'alleggerire' l'imponente debito pubblico. [MORE]
La Grecia resta comunque sotto osservazione: i creditori del paese verificheranno mensilmente il rispetto delle riforme concordate. Secondo fonti dell'Eurogruppo, si stima che il prestito totale con i creditori europei ammonti a 241.6 miliardi di euro.
Il direttore del meccanismo europeo di stabilità (MES o Fondo Salva-Stati, ndr) Klaus Regling ha difatti ammonito il governo Tsipras: qualora Atene dismettesse l'intrapreso percorso delle riforme, le misure di allentamento del debito, decise il mese scorso, verrebbero sospese. Lo riporta, il quotidiano ateniese Ekathimerini.
Secondo il funzionario tedesco, ci sono tre motivi per cui la Grecia impiegherà più tempo per uscire definitivamente dai diktat finanziari: la profonda crisi fin dall'inizio, l'amministrazione più debole in Grecia rispetto agli altri stati dell'eurozona e il fatto che il paese ha invertito alcune riforme molto significative nella prima metà del 2015.
Cristian D'Aiello
Fonte foto: The Greek Observer