Ex Jugoslavia, l'Onu assolve Serbia e Croazia "non dimostrabile l'accusa di genocidio"
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AJA, 3 FEBBRAIO 2015 - Dopo 16 anni di attesa, giunge il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia sul reciproco ricorso con cui Belgrado e Zagabria si accusavano delle stragi che devastarono l'ex-Jugoslavia negli anni '90.[MORE]
"Commisero sicuramente atrocità" ma tale dato non è sufficiente a formalizzare l'accusa di genocidio, per la quale è necessario l'intento, deliberato, di "eliminare un determinato gruppo etnico". Di conseguenza nè la Serbia, nè la Croazia, vengono definite direttamente responsabili, pur ammettendo che la responsabilità delle due nazioni persiste nell'oggettivo dato del mancato impedimento. In aggiunta a ciò, esse, negli anni novanta, secondo il diritto non costituivano entità statali, sovrane e indipendenti, solo la Jugoslavia era formalmente "obbligata" al rispetto della Convenzione Onu del 1948.
Dal 1991 al 1995 vi furono oltre 20 mila vittime, tra le stragi dolorosamente ricordate dalla storia vi è quella di Vukovar (1991), in seguito a tali avvenimenti si verificò la dichiarazione di indipendenza di Zagabria, da Belgrado.
Il procedimento, che oggi si è concluso con l'assoluzione dei due Stati, era iniziato nel luglio del 1999 in seguito alla denuncia, presentata dalla Croazia contro l'ex Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro), di violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio (1948). Intento della Croazia era quello di ottenere il riconoscimento degli obblighi legali e il risarcimento per i danni arrecati, che avevano comportato la morte di 13500 persone, la distruzione di ampie aree del Paese e l'espulsione di centinaia di migliaia di abitanti. La risposta della Serbia fu una controdenuncia nel 2010, con l'accusa di omicidio nei confronti di 6500 individui e di aver provocato l'espulsione di oltre 20 mila appartenenti alla minoranza serba vivente in Croazia, richiedendo dunque un risarcimento a favore dei "serbi-croati".
La Corte, fino ad oggi, non ha mai condannato uno Stato per genocidio, limitandosi a evidenziare i "mancati impedimenti" delle stragi da parte degli stati coinvolti, come accadde nel 2007 a proposito del massacro di Srebrenica, contro i musulmani bosniaci, da parte delle milizie serbobosniache, che comportò oltre 8mila vittime.
Zoran Milanovic, primo ministro croato, ha dichiarato l'insoddisfazione della Croazia per il verdetto, commentando "i giudici hanno chiaramente stabilito che eccidi e distruzione sono stati commessi, che c'è stata la pulizia etnica" e concludendo "non siamo contenti ma accettiamo il verdetto in modo civile".
Tomislav Nikolic, presidente serbo, ha affermato, pur non condividendo la mancata imputazione della Croazia per genocidio, "nonostante le ingiustizie, è stato fatto un passo incoraggiante. Spero sinceramente che ora, la Serbia e la Croazia, in buona fede, risolvano insieme tutte le questioni che ostacolano i tentativi di portare la nostra regione verso un periodo di pace duratura e prosperità".
Fonte foto: ilnazionale.net
Ilary Tiralongo