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Riyāḍ, 25 settembre 2011 - Un passo in avanti da lasciare increduli quello avvenuto oggi in Arabia Saudita. Il re ABDULLAH ha dato il suo permesso istituzionale per una nuova era in cui LA DONNA FINALMENTE ENTRA IN POLITICA. L’ha reso noto in un discorso tenuto davanti al CONSIGLIO DELLA SHURA, cui le donne, [MORE]fra 4 anni, potranno entrare in pieno diritto. “Non si può più pensare di renderle così marginali”, ha confessato. Ciò significa che per loro adesso si può parlare di diritto al voto così come di LIBERTà A CANDIDARSI alle elezioni municipali. Non è però, questa, un’idea personale di Abdullah: son stati gli attivisti liberali del regno islamico a rivendicare e combattere per questo. Un’azione politica mai come questa volta “bella e sapiente”.
Un vero passo verso la rivoluzione dei diritti. Immaginiamo che un proverbio dell’Arabia Saudita, afferma: “ Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba”.
E che quindi in un contesto dove le organizzazioni politiche sono limate e la donna non può né viaggiare, né lavorare, né sottoporsi ad un’operazione medica senza il permesso di un uomo,né guidare un’auto, tutto questo pare un cambio-pagina. Solo 7 anni fa, anno 2004, la giornalista saudita RANIA AL BAZ , non era andata in onda perché sfigurata dal marito, dopo un raptus di gelosìa dell'uomo.
Dopo lei, esempio unico di donna “emancipata”, non abbiamo mai sentito di donne che contrastassero (o fossero riuscite a farlo) la dottrina wahabita, ovvero quella fondamentalista del Corano. Oggi, forse, con l’aiuto di un uomo, le sorti potranno cambiare. Un sogno di democrazia che allarga un cielo da sempre imprigionato, troppo lontano dall’Occidente, in tutti i sensi.
Anna Ingravallo
In foto, donna islamica "dietro l'ombra dell'uomo potente", da fonte http:// mondodonna.blogosfere.it