Della Valle bis, ''Imprenditori, basta con interessi personali o di bottega''
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ROMA, 04 OTTOBRE 2011- Sembra che Della Valle ci abbia preso gusto e dopo il suo primo 'j'accuse' contro tutta la classe politica italiana, questa mattina fa il bis.Infatti, sul Foglio nuova pagina-manifesto, campeggia questo titolo, "Spettacolo indecente non è più tollerabile". Non usa mezzi termini l'imprenditore che attacca la categoria a cui appartiene, prendendo spunto dalla decisione di Marchionne di lasciare Confindustria. [MORE]
"Lo spettacolo indecente ed irresponsabile che molti di noi stanno dando non e' piu' tollerabile da gra parte degli italiani; e questo riguarda la buona parte degli appertenenti a tutti i settori industriali del centronord e del sud.Il nostro agire attento solo ai piccoli o grandi interessi personali o di bottega, trascurando gli interessi del paese, ci sta portando al disastro e sta danneggiando irrimediabilmente il ruolo sociali dell'imprenditoria italian in Italia e nel mondo''.
Si legge, "Lo schiaffo di Marchionne a Confindustria, organizzazione burocratica e obsoleta di interessi corporativi, dimostra che anche la prima industria manifatturiera italiana, con la sua storia, il suo peso, e la sua internazionalizzazione, non ha più fiducia in noi e non ha più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe imprenditoriale che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà e dai bisogni reali del sistema economico e produttivo".
La Marcegaglia, aveva commentato così il primo attacco di Della Valle, "Ha espresso una opinione legittima. Pensiamo che la politica abbia delle colpe ma pensiamo anche che eccessivi atteggiamenti antipolitici non servano a risolvere i nostri problemi anche perché, come ha detto il presidente Napolitano, la politica siamo noi. D'altronde noi abbiamo fatto una cosa diversa. Un manifesto con proposte concrete per ridare crescita al Paese e il nostro è quindi un percorso diverso, noi sosteniamo che il Paese non cresce perché ha problemi forti e di credibilità e per questo servono riforme urgenti e forti".
Invece, riguardo alla decisione annuciata da Marchionne, la Marcegaglia, in maniera risoluta, ha precisato,"Chi scommettte su una Confindustria piu' debole senza Fiat si illude. La nostra voce rimane forte e convinta e andiamo avanti uniti e senza paura".
A tal proposito, Confindustria ha reso noti i conti ufficiali di quanto peserà l'uscità di Fiat: sotto il profilo contributivo si parla di una somma pari a poco meno di 5 milioni di euro, l'1% dell'intero sistema.
Si legge nella nota, "In merito ai numeri e alle considerazioni che taluni organi di stampa stanno elaborando riguardo l'uscita della Fiat da Confindustria, si precisa che in termini di addetti il Gruppo Fiat rappresenta lo 0,8 per cento dell'intero sistema associativo, mentre dal lato contributivo il Gruppo pesa l'1 per cento dell'intero sistema, per una somma pari a poco meno di 5 milioni di euro", evidenziando che, comunque sia, gli associati a Confindustria siamo aumentati del 2%.
Per quanto riguarda i "J'accuse" di della Dalle: che non ci sia due senza tre? Vedremo.
Rosy Merola