Delitto Anelli: lo zio killer ispirato dalla strage di Erba
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RIMINI- Si è chiuso con un tragico finale il giallo dell’ omicidio dell’ avvocato riminese Monica Anelli; ad ucciderla, con fredda e cieca violenza, suo zio Stefano, un ingegnere 62enne, collezionista ed esperto artigiano appassionato di armi antiche che, dopo essere fuggito ed aver fatto perdere le sue tracce, si è suicidato con un colpo di fucile.[MORE]
L’ uomo ha aggredito sua nipote nell’ androne della palazzina familiare di Via XXIII Settembre: l’ aggressore ha usato una forbice da giardinaggio per colpire ripetutamente Monica, sequenzialmente, alla testa, al torace ed alla schiena; dopodiché, il colpo di grazia con un dardo di balestra.
Il movente dell’ efferato delitto è da attribuirsi alla decisione della donna di iniziare la convivenza con il suo compagno: da allora, Stefano Anelli ha cominciato a diventare sempre più insofferente nei confronti dei nuovi vicini, e inspirato dai delitti della “strage di Erba” ha cominciato a pianificare nei dettagli l’ omicidio di sua nipote; in casa sua sono state trovate lettere deliranti inneggianti ai coniugi Romano, Olindo e Rosa, definite come “vittime del sistema giudiziario”. Tramontano quindi le ipotesi che si riferivano alla divisione della cospicua eredità della nonna, che Monica Anelli stava gestendo in qualità di legale.
Sembra che l’ Anelli, di carattere taciturno e dedito alla scrittura, nelle ultime settimane avesse cominciato a discutere con tutti, famiglia, amici ed ex colleghi; poi, il buio nella sua mente, e la conclusione di due vite, forse dettata da un episodio analogo che, nonostante la giustizia abbia fatto il suo corso, continua a mietere vittime altrove… “effetto Butterfly”?