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INDIA, 29 NOVEMBRE 2011 – Esperimenti condotti su pazienti ignari della nocività delle sostanze che stanno assumendo. Quasi sempre poverissimi, analfabeti, a cui i medici propongono delle cure che sul mercato sarebbero costosissime ma che per loro sono “gratuite”. Come se la vita possa avere un prezzo. Lo scrive l’Indipendent.[MORE]
Benvenuti in India, benvenuti nel Paese dove l’industria della ricerca vale 189 milioni di sterline, benvenuti nella patria di un nuovo “colonialismo”. E sì, perché da quando nel 2005 il governo indiano ha allentato le norme sulle sperimentazioni umane, il numero di coloro che si sottopongono a test clinici sperimentali è salito in modo esponenziale. Reazioni allergiche, infezioni, morti, il tutto a dispetto dei milioni di dollari che ogni anno incassano i colossi dell’industria farmaceutica, come Pfizer, Merck e AstraZeneca.
Tra il 2007 e il 2010 – riporta l’Indipendent – almeno 1.730 persone sono morte durante o dopo aver preso parte a questi trattamenti. Molti dei partecipanti hanno dichiarato di aver acconsentito semplicemente perché il loro medico glielo aveva consigliato. Ma nessun problema si pone se tutto può essere risolto con un bell’assegno! Qualche mese fa, infatti, il ministro della sanità indiano, Ghulam Nabi Azad, ha dichiarato che 10 case farmaceutiche straniere avevano risarcito le famiglie di 22 partecipanti deceduti nel 2010.
L’inchiesta condotta dal giornale riporta anche le parole di alcuni dei familiari delle vittime. E cita il nome di Chandra Gulhati, medico indiano ora in pensione che dal suo ufficio a Delhi sta raccogliendo dati sugli esperimenti nelle diverse regioni del Paese asiatico.
Annachiara Cagnazzo