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FIRENZE, 04 MARZO – Si è spento, per complicazioni respiratorie, il noto politologo e sociologo Giovanni Sartori. Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, avrebbe compiuto a breve 93 anni. Autore di numerosi saggi, ha ricevuto durante la sua carriera ben otto lauree ad honorem. [MORE]
La notizia della morte è stata divulgata sul sito del Corriere della Sera, giornale di cui era editorialista. Nel rispetto delle sue ultime volontà, la famiglia non organizzerà alcuna celebrazione religiosa o civile. La salma sarà tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero delle Porte Sante di Firenze.
Sartori è stato uno dei maggiori esperti di scienza politica di fama internazionale, nonché il più importante scienziato politico italiano. In patria, grazie alla sua determinazione, vi è stata la nascita della scienza politica come disciplina accademica. Autore di volumi tradotti in molteplici lingue, Sartori ha scritto di democrazia, di partiti, di sistemi di partito, di teoria politica e di analisi comparata. A lui si deve, tra l’altro, la più convincente descrizione, dal punto di vista teorico, del sistema politico italiano. A tal riguardo è illuminante ricordare ciò che aveva citato sul tema della democrazia: “Definire la democrazia è importante perché stabilisce cosa ci aspettiamo dalla democrazia. Al limite, se andiamo a definire la democrazia "irrealmente" non troveremo mai "realtà democratiche". E quando dichiariamo, di volta in volta, "questa è democrazia", oppure che non lo è, è chiaro che il giudizio dipende dalla definizione, o comunque dalla nostra idea di cosa la democrazia sia, possa essere o debba essere”.
Noto per aver coniato i termini Mattarellum e Porcellum, attualmente nel gergo comune per indicare le leggi elettorali italiane a partire dagli anni Novanta. Da non dimenticare la sua passione nel trattare, all'interno dei suoi libri, temi come multiculturalismo, equilibri ambientali o statuto dell’embrione. In un'intervista, ad una domanda sul multiculturalismo, rispose: “Cos'è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l'Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene”.
Nel 1956 iniziò la sua carriera nell’insegnamento di Scienza della Politica, una nuova materia appena inserita nello statuto della Facoltà fiorentina. Ha continuato l’insegnamento nelle più prestigiose università americane. Nel 1971 decise di fondare la Rivista italiana di scienza politica, di cui fu il direttore fino al 2004, quando concesse la proprietà alla Società italiana di scienza politica. Dall'inizio degli anni novanta lavorò come editorialista de Il Corriere della Sera. Nell’arco della sua vita fu insignito di numerosi premi e riconoscimenti. Il 12 maggio 2016 gli è stata dedicata una sala nella biblioteca del Senato, alla quale ha donato un importante fondo librario.
Numerosi sono stati i commenti di cordoglio provenienti dalle istituzioni. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha affermato: "Per la scienza e l'intelligenza corrosiva con la quale questo studioso illustre ha dato mappe e nomi alla politica per provare a ritrovare se stessa". Il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda Sartori: "Grazie professore, è stato un grande onore conoscerla. Da voce autorevole e indipendente, ha dato lustro al nostro paese".
Non vi è alcun dubbio che l’Italia e la scienza della politica abbiano perso, oggi, un luminare: “Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso. Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati”
Immagine da: giovannisartori.it
Caterina Apicella