Taglio di Nastro per le Università della Terza Età della Terra di Puglia
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BARI - “Cittadinanza attiva ad ogni età” è la pista preferenziale che i Presidenti U.T.E. dell’ UniTre, Auser, Federuni hanno voluto percorrere stamattina, in occasione dell’ Inaugurazione dell’Anno Accademico Regionale 2010-2011 presso l’Aula Aldo Moro della Facoltà di Giurisprudenza. [MORE]
Sarebbe errato immaginare che la formazione sia soltanto quella ordinaria, del banco di scuole e della lavagna con il gesso, istituzionalizzata fino alle viscere, tanto da sembrare per taluni, assai noiosa. È in questo respiro fresco di nuova opportunità che s’inserisce la proposta formativa delle Università della Terza Età: polmone di formazione che rinfranca, realtà conosciutissima e sempre più in espansione (sono 60.000 gli adepti, per un totale di 260 Università italiane). È questa, anche, la ragione per la quale il Presidente della Provincia Francesco Schittulli, ha voluto prestare personalmente un saluto, lasciando a seguire la parola al Presidente Naz. Federuni G. dal Ferro e, assieme, nel tavolo, alla Vicepresidente Naz. G. Fralonardo.
“La cittadinanza è apertura progressiva ad altri ambienti, riportando il proprio bagaglio di sé di italianità e di vissuto. Già la Dichiarazione dei diritti Umani del 1948, accentuava il valore dell’appartenenza e della identità. Oggi però, lo si deve valutare quasi a rovescio: i giovani, oramai, son sempre più disponibili ad un dileguarsi progressivo e ad assottigliare la propria percezione di appartenenza territoriale”, afferma Mons. Giuseppe Dal Ferro. Poi, ripercorrendo la situazione del proprio paese, Vicenza, e valutando i retroscena dell’alluvione che ha colpito quella terra in questi giorni continua “Tra i 2000 volontari prestatisi, vi era un gruppo di immigrati pronto a rimboccarsi le maniche per risistemare tutto il possibile: non è questo, forse, un esempio di Cittadinanza attiva?”.
La cittadinanza non si insegna, si sperimenta. Le realtà Ute esistono per questa ragione, per crearsi uno spazio e formare cittadini più consapevoli. Chiacchiere? No, assolutamente, perché sennò non si spiegherebbe il perché già 13 Regioni italiane abbiano ottenuto un riconoscimento formale più incisivo e un maggiore sostegno amministrativo-politico.
Un sostegno però parziale, se si pensa che in realtà le perle di questa collana del tacco d’Italia si auto-finanziano a dovere con le proprie tasche e con qualche po’ di sudore in più in fatica. Su questo punto l’intervento propositivo e illuminante di Ippolito (pres. UTE Acquaviva) ha fatto da stelo spinoso, per le mani del Dirigente Regionale per il Diritto allo Studio G. Labellarte, presente in sostituzione di Alba Sasso, Assessore Regione Puglia.
“Ok passare al vaglio le Università legittimate ad essere riconosciute e le altre che si dicono esistenti ma non lo sono nell’effettività della loro operazione ma, per quelle Università ben strutturate e operanti nel serio impegno formativo, ecco, io chiedo un riguardo maggiore. Nel mese di novembre in cui vi è sempre una variazione di bilancio, che si dia maggior attenzione a noi,magari reperendo un “qualcosa” in termini economici. Ci sono realtà sottodimensionate che ricevono qualche finanziamento da parte della Regione. E ora toccherebbe a noi, no?”. Un interrogativo finale fumoso: c’è da vedere ora se l’arrosto ci sarà. Dalle parole di Labellarte sembra di sì. Dall’entusiasmo di C. Putignano della compagine di Noci, intervenuto in Conferenza, anche.