Strage di Bologna: la Camera da il via al reato di depistaggio

Stefania Putzu
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BOLOGNA, 24 SETTEMBRE 2014 – Chi manomette prove con l'intento di depistare rischia il carcere fino a quattro anni: recita così il ddl approvato in aula dalla Camera sull'introduzione del reato di depistaggio. Una battaglia vinta da Paolo Bolognesi, deputato Pd e presidente dell'Associazione dei parenti e delle vittime della strage alla stazione di Bologna. Il testo di legge è stato approvato con 351 sì, 50 no e 26 astenuti. Il codice penale si arricchisce con l'ingresso del delitto autonomo di depistaggio e inquinamento processuale, con aggravanti per i pubblici ufficiali e nel caso di processi riguardanti mafia, stragi e associazioni sovversive. Ora spetterà al Senato approvare il decreto in maniera definitiva. [MORE]

“Una svolta storica – commenta Bolognesi – ci sono volute quattro legislature perché la legge fosse discussa”. Ma ora le cose cambieranno, poiché si lascia spazio a “un sistema che taglia con il passato, guarda in faccia la propria storia e dice basta con l'impunità, le zone grigie del potere e il depistaggio per coprire, esecutori e mandanti politici". Secondo Bolognesi, nella storia del nostro paese "i depistaggi, gli occultamenti e la complicità di alcuni apparati, hanno impedito la scoperta dei responsabili materiali e morali, negando la possibilità di conoscere la completa verità sulle stragi". E conclude “dopo anni di battaglie civili, con l'approvazione della legge siamo convinti di aver dato al paese la possibilità di garantire la verità a tutti i cittadini contro nuove opacità di stato. Un grazie anche a nome dei familiari delle vittime del terrorismo".

Qui di seguito, in sintesi, le novità

In carcere chi depista. Sarà punito chiunque, con lo scopo di ostacolare o impedire indagini e processi, modifica il corpo del reato o la scena del crimine, distrugge altera o occulta prove oppure crea false piste. La pena prevista è la reclusione fino a quattro anni.

Pene aggravate. La pena aumenta da un terzo alla metà, qualora a depistare sia un pubblico ufficiale. La pena (reclusione da sei a dodici anni) scatta anche nel caso in cui il reato riguardi processi per stragi e terrorismo, mafia e associazioni segrete, traffico di armi e materiale nucleare, chimico o biologico, o altri gravi delitti come la tratta di persone e il sequestro a scopo estorsivo. Se la condanna supera i 3 anni si applica l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Sconti di pena. La pena viene ridotta – da metà a due terzi – a chi di adopera a ripristinare lo stato del reato e delle prove o a evitare conseguenze ulteriori, oppure aiuta la magistratura ad individuare i responsabili del depistaggio.

Prescrizione più lunga. Il depistaggio aggravato comporta il raddoppio dei termini di prescrizione.

Stefania Putzu

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Scritto da Stefania Putzu

Giornalista di InfoOggi

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