Secessionisti veneti, dal carcere Chiavegato fa sapere che inizierà lo sciopero della fame
Cronaca Veneto

Secessionisti veneti, dal carcere Chiavegato fa sapere che inizierà lo sciopero della fame

sabato 5 aprile, 2014

VERONA, 5 APRILE 2014- Lucio Chiavegato, l’imprenditore di Bovolone, già leader del “Movimento 9 dicembre”, arrestato qualche giorno fa durante la retata del Ros dei carabinieri contro i secessionisti veneti con l’accusa di terrorismo ed eversione. Chiavegato, ora in cella nella casa circondariale di Montorio (Verona), ha sapere: “Mi ritengo un prigioniero politico e per questo fino alla data del mio rilascio farò lo sciopero della fame e se sarà necessario diventerò il martire per arrivare ad un Veneto libero”.
 

A spiegare le ragioni dell'ex capo dei Forconi scaligeri, è la moglie, Barbara Benini Chiavegato: “Lucio è illegalmente detenuto nelle carceri dello Stato italiano che non riconosce. L’indipendenza del Veneto è per Lucio un valore supremo che intende perseguire con ogni metodo lecito. I nostri avvocati difensori Luca Pavanetto e Rosa Parenti hanno già esaminato l’ordinanza di custodia cautelare ricavandone una sostanziale inconsistenza delle accuse mosse a Lucio, che non risulta coinvolto in alcuna attività né viziosa né criminosa”. E prosegue: “Vi sono intercettazioni di altri coinvolti nelle indagini che qualificano Lucio come del tutto estraneo e disinteressato rispetto alle loro iniziative. Lo stesso Lucio non aveva frequentazione coi soggetti coinvolti da un paio d’anni Anzi esistono intercettazioni sul punto che espressamente dichiarano come Lucio intendesse seguire solo la strada politica”.
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La moglie di Chiavegato conclude: “Mi sembra incredibile che mio marito debba pagare per colpe o per circostanze che non lo riguardano quando da sempre lui vuole ottenere l’indipendenza del Veneto per via legale pacifica e democratica Lucio abbraccia e saluta tutto il suo gruppo di amici che hanno la stessa missione, la famiglia e quanti credono in un veneto libero ed indipendente”.
 

Ieri gli interrogatori di garanzia a Montorio, durante i quali “i miei assisiti hanno risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari di Brescia” ha detto l’avvocato Pavanetto. “In particolare, per quanto riguarda Chiavegato è emerso un distacco totale dalla vicenda, in quanto come lui stesso ha dichiarato da più di un anno non frequentava le persone coinvolte nell'indagine. Ed ha dimostrato che molti aspetti contestati gli erano del tutto sconosciuti, dal particolare delle chiavette fino alla trasformazione del famoso trattore che sarebbe dovuto diventare un carro armato”.
 

Federica Sterza

 


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