Sebastiano Lo Monaco con il dramma "Il berretto a sonagli" di Pirandello
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Ritorno a Lamezia dell’attore Sebastiano Lo Monaco con il dramma “Il berretto a sonagli” di Pirandello LAMEZIA TERME 10 NOVEMBRE - L’amaro umorismo di Luigi Pirandello al centro del dramma “Il berretto a sonagli” presentato in apertura della nuova stagione teatrale organizzata da Ama Calabria presso il Teatro Comunale Grandinetti letteralmente gremito di spettatori che hanno occupato ogni ordine di posti. [MORE]
La rappresentazione segna il ritorno a Lamezia dell ’attore Sebastiano Lo Monaco dopo la sua ultima interpretazione dell’ “Otello” di Shakespeare e “ Il berretto a sonagli” in scena presso l’Abbazia Benedettina e inserito nell’ambito della rassegna “Lamezia Summertime 2016”. Sul palco del Grandinetti, allestito con cura ed eleganza, l’attore siciliano ha messo in luce le tematiche pirandelliane relative all’importanza dell’apparire, del giudizio altrui, della salvaguardia dell’onore e della rispettabilità da preseguire a qualsiasi prezzo. Il titolo dell’opera richiama il berretto a sonagli, simbolo di ridicolezza, derisione, vergogna e pertanto rifiutato da chiunque per non essere chiamato buffone o becco. Sebastiano Lo Monaco, affiancato dai bravi attori Maria Rosaria Carli, Clelia Piscitello, Gianna Giachetti, Lina Bernardi, Rosario Petrix, Claudio Mazzenga e Maria Laura Caselli e accolto calorosamente dal pubblico, ha narrato così la storia di Ciampa ( da lui interpretato), un personaggio dalle mille sfaccettature, poco più che quarantenne, che, tradito dalla moglie, accetta la condanna e la pena di spartire l’amore della sua donna con il datore di lavoro, pur di non perderla difendendo così il suo prestigio sociale.
E quando la signora Beatrice Fiorica nata La Bella, moglie tradita, cerca di ribellarsi all’adulterio del marito e lo denuncia, incontra le resistenze sia dei suoi familiari che dello stesso Ciampa che, per risolvere la critica e scomoda realtà, induce la signora Beatrice Fiorica a dichiararsi pazza davanti a tutta la comunità e ad internarsi in un manicomio per almeno tre mesi. «Abbiamo tutti come tre corde d'orologio in testa. La seria, la civile, la pazza. Soprattutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile» recita Ciampa tentando di uscire dalla scomoda situazione in cui è scivolato involontariamente.
Quella della pazzia è l’unica soluzione che permette di lavare quell’onta che, come una macchia d’olio, si è appiccicata addosso a Ciampa e salvare in tal modo la rispettabilità della sua amata consorte Nina e di tutta la famiglia Fiorica. La narrazione del dramma, protratta per più di due ore , si è svolta a ritmi serrati mantenendo costante il registro drammatico, intriso talvolta di comicità ed ironia, discostandosi spesso dal testo pirandelliano nel tentativo di renderlo maggiormente coinvolgente anche con l’ausilio di una gestualità quasi sempre equilibrata e comunicativa. In tale contesto Ciampa si impone come personaggio apparentemente grottesco ma in realtà molto umano e straziante indossando di fronte agli altri quella maschera che tutela l’apparenza a discapito della realtà e la pazzia a discapito della civiltà.
Lina Latelli Nucifero