Sclerosi multipla e staminali: dopo il trapianto i topi riprendono a camminare
Salute Molise

Sclerosi multipla e staminali: dopo il trapianto i topi riprendono a camminare

venerdì 20 giugno, 2014

CAMPOBASSO, 21 GIUGNO 2014 - Nuove speranze e nuove strategie per la cura della sclerosi multipla. Topi affetti da una malattia simile sono tornati a camminare in meno di due settimane dopo aver ricevuto un trattamento con cellule staminali neurali umane. L’importante risultato è stato raggiunto da un gruppo di ricercatori dell'Università della California e dell'Università dello Utah, negli Stati Uniti.[MORE]

L’esperimento
Lo studio è stato descritto nei dettagli sulla rivista Stem Cell Reports. Un esperimento che doveva essere di routine ha invece dato risultati spettacolari al primo tentativo. Gli studiosi, dopo aver somministrato staminali ai topi, si aspettavano una reazione di rigetto, simile a quella che talvolta emerge con i trapianti di organi. Questa volta non è stato così. Dopo quasi due settimane, un periodo di tempo estremamente breve, i topi hanno recuperato le capacità motorie e sei mesi più tardi hanno mostrato segni di rallentamento.

La ricerca in Italia
Non si fermano così i progressi per la cura della sclerosi multipla. Già lo scorso ottobre uno studio tutto italiano ha aperto nuove prospettive per sconfiggere la sclerosi multipla. Uno straordinario risultato, frutto di una ricerca dell’Istituto di Neurologia sperimentale dell’Ospedale San Raffaele, ha individuato nelle cellule della nostra pelle una prospettiva e una speranza per il trattamento di questa malattia neurologica. 

Nel mondo sono 2,3 milioni le persone che soffrono di sclerosi multipla, una malattia in cui il sistema immunitario attacca la mielina, strato isolante che circonda le fibre nervose. Ad oggi la strategia principale nel trattamento della sclerosi multipla è la somministrazione di farmaci capaci di interferire con il sistema immunitario. Purtroppo si tratta di molecole che non hanno alcun effetto terapeutico nelle fasi tardive della malattia quando la mielina è già distrutta. Ecco perché molti gruppi di ricerca stanno tentando di trovare strade alternative.

Alessandro Filippelli


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