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PERUGIA, 7 AGOSTO 2014 – I carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo umbro ieri hanno arrestato due coniugi nigeriani residenti in provincia di Perugia per aver sottoposto le loro due figlie minorenni alla pratica dell’infibulazione.
La coppia è stata denunciata per lesioni personali aggravate, in seguito alla segnalazione di una Autorità Sanitaria locale; l’ordinanza di misura cautelare è stata emessa dal Gip del tribunale di Perugia, Lidia Brutti, su richiesta formulata dal pubblico ministero Massimo Casacci.
La terribile pratica delle mutilazioni genitali femminili è severamente punita in Italia dalla Legge 09.01.2006, n. 7, Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile (GU n.14 del 18-1-2006 ), che ha introdotto l’art. 583-bis Codice Penale, ai sensi del quale “Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”.[MORE]
Su questo grave fenomeno, tristemente attuale e legato alle credenze religiose più arcaiche, la Regione Umbria ha commissionato in tempi recenti uno studio specifico - a cura della Fondazione Angelo Celli -, al fine di valutarne la diffusione. Ne è emerso, che oltre 600 immigrate residenti in Umbria, tra donne e bambine, hanno subito una qualche forma di mutilazione genitale.
Domenico Carelli
(Foto: umbria24.it)