No Tav, presentato un dossier sugli abusi delle forze dell'ordine
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TORINO, 28 MARZO 2012 - Lo scontro sull'Alta Velocità non accenna a placarsi. Due leader del movimento No Tav, Alberto Perino e Lele Rizzo, hanno presentato lunedì in conferenza stampa un dossier «sulle brutalità delle forze dell'ordine» che si sarebbero verificate in occasione degli scontri a Chiomonte dello scorso 3 luglio. La giornata fece registrare centinaia di feriti da ambo le parti. Il dossier si avvale di foto e video che documentano in effetti atti di violenza gratuita, in particolare ai danni di un manifestante trascinato nelle retrovie e sottoposto a pestaggio. [MORE]
I No Tav hanno sollecitato un intervento della procura di Torino su questi fatti, sottolineando però polemicamente che tutta la documentazione da loro offerta è a disposizione dei magistrati da mesi; la mancanza di provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria in merito a questi episodi (mentre per quanto riguarda i dimostranti il Gip ha concesso 26 arresti, senza contare i divieti di dimora e gli indagati a piede libero) costituirebbe quindi un palese segno di faziosità. I No Tav, come si legge in una nota pubblicata sul loro sito, rifiutano inoltre la «scusante» che gli appartenenti alle forze dell'ordine non siano identificabili: alcuni dei colpevoli sarebbero (e in parte, in effetti, sono) riconoscibili «per avere il volto scoperto, altri da aspetti somatici, reparto di appartenenza, qualifica professionale, armamento in dotazione, e da tatuaggi».
Giancarlo Caselli, capo della procura torinese, ha respinto fermamente le accuse, dichiarando che «i No Tav sbagliano. La magistratura lo ha detto ripetutamente e lo ribadisce, si indaga su tutto». In più, le indagini sarebbero ostacolate dal fatto che «molte volte vengono convocate presunte vittime che non si presentano».
Michele Barbero
(Immagine da Torino.Ogginotizie.it)