Distrazione di fondi, assolti in Appello Oliverio e Aiello: “Giustizia è fatta”


CATANZARO – Nessun peculato, nessuna distrazione di fondi pubblici. Si chiude con un’assoluzione piena anche in secondo grado la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria, e Ferdinando Aiello, ex deputato del Partito Democratico. Entrambi erano accusati di concorso in peculato per la presunta irregolarità nella partecipazione della Regione Calabria al Festival dei Due Mondi di Spoleto del luglio 2018.
La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza emessa in primo grado dal Tribunale, accogliendo in toto le argomentazioni della difesa. A comunicarlo è l’avvocato Enzo Belvedere, legale di entrambi gli imputati, che sottolinea come «l’assoluzione riconfermata sancisce l’infondatezza dell’impianto accusatorio».
Secondo l’accusa, Aiello avrebbe avuto un ruolo da istigatore e Oliverio sarebbe stato l’esecutore materiale della presunta condotta illecita: l’utilizzo improprio di fondi pubblici destinati alla promozione culturale. Ma già in primo grado era emersa l’assenza di prove concrete e la piena legittimità dell’iniziativa.
Un processo che ha pesato sul piano umano e politico
Dietro una vicenda giudiziaria, ci sono sempre vite, reputazioni e percorsi umani. Per Oliverio e Aiello, questo processo ha rappresentato una lunga attesa e un peso sul piano personale oltre che politico. Entrambi hanno scelto di difendersi nel merito, rifiutando scorciatoie processuali, nella convinzione che la verità sarebbe emersa.
«È stata una sofferenza, ma abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia», ha dichiarato una fonte vicina a Oliverio. Una fiducia premiata da una sentenza che restituisce dignità a due figure politiche calabresi spesso al centro del dibattito pubblico.
Il Festival dei Due Mondi e la Calabria: promozione culturale o spreco?
L'iniziativa della Regione Calabria al celebre festival umbro aveva suscitato perplessità già all’epoca, tra chi la considerava un’opportunità di promozione del territorio e chi invece la riteneva un’operazione discutibile sul piano della spesa pubblica.
La giustizia, però, ha parlato chiaro: nessuna distrazione di fondi, nessuna condotta illecita. La partecipazione al Festival rientrava nelle attività istituzionali e culturali della Regione, secondo quanto accertato dalla magistratura.
Conclusioni: un segnale di fiducia nello Stato di diritto
In un'epoca in cui le inchieste giudiziarie spesso diventano condanne mediatiche ancora prima delle sentenze, questo verdetto rappresenta un punto fermo: la presunzione d’innocenza non è un dettaglio, ma un pilastro dello Stato di diritto.
Per Oliverio e Aiello, si chiude un capitolo difficile. Per la Calabria, si apre l’opportunità di riflettere su come comunicare e valorizzare le proprie eccellenze culturali senza che la politica debba trasformarsi, ogni volta, in un’aula di tribunale.