Mafia Capitale, parla Carminati: "Sono un vecchio fascista, ho un occhio solo ma ci vedo bene"
Cronaca Lazio

Mafia Capitale, parla Carminati: "Sono un vecchio fascista, ho un occhio solo ma ci vedo bene"

mercoledì 29 marzo, 2017

ROMA, 29 MARZO - Nuovo capitolo nel processo Mafia Capitale: oggi è il giorno di Massimo Carminati che per la prima volta si sottopone all'interrogatorio da parte dei suoi difensori. L'udienza sarà tenuta nell'aula bunker di Rebibbia, alla presenza dei giudici della X sezione penale. Carminati è accusato di 24 capi di imputazione: dall'associazione di stampo mafiosa, alla corruzione, alla turbativa d'asta. [MORE]


"Io sono un vecchio fascista degli anni settanta, non avevo alcun motivo per nascondermi, stavo finendo l'affidamento, ero proprio sereno" sono le prime parole dell’imputato, che ha aggiunto: "Io ho sempre vissuto sotto il controllo delle forze dell'ordine. Anche se ho un occhio solo ci vedo bene".


L’imputato nega di essere stato avvisato dell’indagine e spiega: "Verso la metà del 2011 era giugno, dopo una perquisizione della Digos, ho cominciato a vedere davanti al negozio della mia compagna dei controlli. Pensavo fosse per quella perquisizione. Le cose poi sono peggiorate e torno a casa mia a Sacrofano e vedevo i pedinamenti, dal benzinaio vedevo appostamenti, all'aeroporto trovo i carabinieri. Erano ossessivi. Ecco come me ne sono accorto”.


Dunque nessuna soffiata dalle forze dell'ordine sull'indagine del Ros in corso, ma la sua esperienza nell’essere tenuto sotto controllo gli avrebbe insegnato a capire le situazioni ed a guardarsi dalle guardie. Carminati spiega nei dettagli come si è reso conto di cosa stessa accadendo attorno a lui: "Se a un certo punto prima li vedi con gli obiettivi di mezzo metro e poi spariscono è ovvio che ti hanno messo le telecamere. Se prima li vedi che ti seguono e poi non li vedi più è ovvio che ti hanno messo le microspie in auto. E infatti sistematicamente trovavo le cimici in tempo reale e le toglievo".


L’imputato tiene a sottolineare l’assoluta assenza di suoi rapporti segreti con le forze dell’ordine: “Mi tocca difendere i poliziotti di Ponte Milvio che sono accusati di avermi dato informazioni sono perché sono venuti al distributore di Corso Francia. Io che difendo poliziotti. Capisce perché questo esame non lo volevo fare? A Roma sapevano tutti che c'era una grossa indagine in corso".


Secondo l’accusa, Carminati aveva una tale influenza da poter condizionare alcune gare d'appalti per milioni di euro su cui le coop di Salvatore Buzzi avevo puntato. Interrogatorio non sarà ripreso dalle telecamere della tv, sotto richiesta dello stesso imputato.


Ippolita Naso, avvocato di Carminati precisa: "Si sottoporrà un po' perché' glielo abbiamo suggerito noi difensori e un po' perchè il processo 'Mafia Capitale', rispetto ad altri più o meno 'celebri' che lo hanno visto imputato, si presta ad un suo intervento in quanto è condito di una serie di ricostruzioni fantasiose e suggestive che meritano di essere chiarite una volta per tutte". I difensori assicurano che nel corso dell'interrogatorio verrà analizzata anche la sua “storia criminale”: dalla militanza nelle formazioni di estrema destra, alla rapina al caveau della banca della cittadella giudiziaria di Roma nel 1999.


Anche Buzzi, che ha concluso oggi il suo controesame, è tornato a parlare di politici e finanziamenti: "Complessivamente abbiamo dato a Panzironi 875mila euro: è un delinquente, chiedeva sempre soldi. Quelli in nero restavano a lui per vincere le gare Ama, quelli in chiaro andavano alla Fondazione Nuova Italia e quindi andavano a Gianni Alemanno", ma di fatto ha negato che i soldi dati a Panzironi siano stati un “finanziamento" della campagna elettorale dell’ex sindaco di Roma.


Nel corso dell'interrogatorio, Buzzi ha confermato di avere "finanziato in chiaro e mai in nero la campagna dell'ex sindaco della capitale Walter Veltroni. Il sistema delle cooperative, non la sola “29 giugno”, per la campagna tirò fuori circa 150mila euro. Non erano soldi per vincere le gare, ma era un riconoscimento all'attività dell'amministrazione Veltroni che aveva affidato alle cooperative sociali la manutenzione del verde dei parchi di Roma.”


Maria Minichino


(fonte immagine ilfattoquotidiano.it)


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