Mafia Capitale: il Tribunale del Riesame conferma l'aggravante mafiosa
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ROMA, 07 GENNAIO 2015 - Con 87 pagine di motivazioni, il Tribunale del Riesame, durante il collegio presieduto da Bruno Azzolini, nell’ambito dell’inchiesta denominata Mafia Capitale spiega, perché debba considerarsi l’aggravante mafiosa e respinge la richiesta di scarcerazione di Massimo Carminati, capo dell’organizzazione e degli altri quattro indagati, Riccardo Brugia, Emilio Gammuto, Fabrizio Franco Testa e Roberto Lacopo.
“A Roma operava da anni un’organizzazione strutturale di uomini e mezzi funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti con attività che si estendevano in diversi campi, da quello economico a quello della Pubblica Amministrazione ed ovviamente in quello criminale”.
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Secondo quanto dichiarato dai giudici, pertanto, l’associazione di Carminati, attraverso la capacità di intimidazione e del potere intimidatorio di cui dispone, anche se i membri non ne facevano sempre un utilizzo concreto, è stata collaudata dapprima nel settore dell’usura e delle estorsioni per poi esportare e raffinare tali tecniche nei settori dell’imprenditoria e della Pubblica Amministrazione. In sostanza, per il Tribunale, si parla di “fama criminale”.
Con questa motivazione il collegio ha rigettato le richieste di revoca del primo gruppo, dei 39 arrestati, delle ordinanze di scarcerazione.
Inoltre, sempre per i giudici, è durante il periodo in cui vi è stata la giunta Alemanno che per l’organizzazione avviene il “salto di qualità” , poiché come si evince dalla sentenza, “molti soggetti collegati a Carminati da una comune militanza politica nella destra sociale ed eversiva e anche in alcuni casi da rapporti di amicizia, avevano assunto importanti responsabilità amministrative e di governo nella Capitale".
Luigi Cacciatori
Immagine da articolotre.com