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ROMA, 6 LUGLIO 2012 - Da poche ore è online il canale YouTube dell'Istituto Luce. L'iniziativa, scaturita da una partnership con Google, consente la messa a disposizione di un vasto archivio video in grado di raccontare la storia del nostro Paese, attraverso 40 anni di tecnologia, cinema, arte, politica e costume.
Tra i filmati disponibili ci sono gli storici Cinegiornali Luce (1927-45) e Settimana Incom (1946-64), insieme a materiali di altri archivi digitalizzati e ben conservati. Di recente la Commissione Italiana Unesco ha candidato il Fondo dei cinegiornali Luce all'inserimento nel registro Unesco Memoria del Mondo, a riprova del significativo valore storico riconosciuto ai materiali.
A detta di Rodrigo Cipriani Foresio, presidente di Istituto Luce-Cinecittà, si tratterebbe di una svolta storica sia a livello tecnologico che culturale. La promozione della storia e del cinema italiano può infatti passare per una piattaforma ampia e ramificata, coerentemente agli intenti dell'Istituto.[MORE]
Funzionale la risoluzione del problema pratico della consultazione: i 30mila filmati, infatti, costituiscono una mole non facile da gestire rispetto alla snellezza di un semplice canale YouTube. Per questo motivo l'intero archivio è stato organizzato in playlist tematiche. La Dolce Vita promette di essere una delle playlist a sfondo sociale e di costume di maggiore rilevanza internazionale, mentre di grande utilità didattica si prospettano anche video su Arte, scienza e letteratura del '900. Interi capitoli sono inoltre dedicati ai Protagonisti del XX secolo, alla Seconda Guerra Mondiale ed alle Dive del cinema e della passerella.
Per proteggere il materiale dell’Istituto è stata utilizza la tecnologia di YouTube ContentID, che consente l'identificazione audio e video di tutti i contenuti caricati all’interno di un canale, in modo da tutelare i diritti dell’autore all’interno della piattaforma. L'unico problema riscontrato, secondo Cipriani, è consistito nell'inserimento delle parole-chiave per facilitare la ricerca all'interno del canale. Siamo, comunque, all'inizio: nell'archivio ci sono infatti altri 20mila video non caricati su YouTube e, spiega il Presidente, ci sarebbe l'intenzione d'inserire anche filmati.
Antonio Maiorino