Iraq, i sunniti pronti a fronteggiare l'avanzata dell'IS
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BAGHDAD, 1 SETTEMBRE 2014 – Mentre le attenzioni locali ed internazionali sono focalizzate sulla regione del Kurdistan Iracheno, nel nord dell'Iraq, il gruppo jihadista dello Stato Islamico è pericolosamente avanzato verso la capitale della regione di Anbar, come riportano fonti ufficiali irachene. Negli ultimi otto mesi, il gruppo ha preso controllo di numerose città e villaggi della provincia di Anbar, a circa 100 km a ovest di Baghdad, ma prendere il controllo delle ultime aree della città di Ramadi potrebbe mettere l'intera provincia sunnita irachena nelle sue mani.
Iraq: Ramadi è circondata dai miliziani
«Ramadi è ora completamente circondata dai miliziani. I ribelli stanno prendendo il sopravvento lentamente, area dopo area, e stanno raggiungendo la città», spiega un ufficiale della zona ad Al Jazeera. «tutti a Baghdad sono impegnati per la formazione del nuovo governo e per i combattimenti in corso a Mosul e a Tikrit; ciò ha generato uno stato di non-azione nei confronti delle truppe che assediano Ramadi». Le truppe irachene sono sparpagliate nelle basi militari presenti in tutto il vasto deserto della regione di Anbar, o collocati al centro di Anbar o presso il vicino villaggio di Haditha. Molte delle truppe sono inoltre mal addestrate a gestire una situazione simile, a fronteggiare un nemico feroce come l'IS.
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«Non sono addestrate alla guerriglia, sanno al massimo tenere la posizione e difendere loro stesse, nulla di più», ha spiegato un consigliere della sicurezza nazionale vicino al primo ministro al-Maliki, mantenendo l'anonimato. «Ramadi è una città cruciale per noi, ma ci ritroviamo attualmente in assenza di truppe capaci di ottenere una vittoria in quell'area. Per cui abbiamo ritirato un terzo delle unità dalla zona e le abbiamo disposte nei pressi di Baghdad». Il consigliere ha anche spiegato ad Al Jazeera che il controllo su Ramadi al momento non rappresenta una priorità urgente per il governo centrale.
Attualmente l'IS spadroneggia nell'area nord dell'Iraq, da quando a giugno ha preso il controllo di Mosul, la seconda città irachena. I ribelli hanno spinto le forze Peshmerga dai paesi ai confini con la regione autonoma settentrionale del Kurdistan Iracheno, dislocando almeno 500,000 persone. Dall'inizio dell'anno, l'ISIL – e poi l'IS –, prendendo il controllo di città come Fallujah e Karma, hanno fatto arretrare numerose tribù locali, e si è stanziato presso le rive dell'Eufrate. Negli ultimi giorni, l'avanzata ha interessato diversi sobborghi di Ramadi, inclusi al-Taamiem, al-Bujassin e al-Buthiyab. La rapida avanzata dell'IS ha messo in allerta Baghdad, portandola a suggerire un raid aereo americano contro le forze ribelli.
Iraq: la posizione dei sunniti
Un possibile intervento americano nell'area di Anbar sarebbe però visto dai sunniti – la maggioranza della popolazione – come una sorta di attacco da parte del governo centrale contro di loro, un risentimento che va avanti dall'intervento militare americano nel bacino sunnita del 2003. Gli americani sono ancora visti come invasori e non sono affatto i benvenuti. Attualmente, i sunniti sono divisi tra chi supporta o meno le truppe di Baghdad per fronteggiare il rischio imminente dell'IS. Sabah Karhout, il presidente del Consiglio di Anbar, ha fatto sapere che al momento vi sono 25 tribù sunnite pronte e disposte a fronteggiare il gruppo ribelle, ma richiedono armi, munizioni e risorse economiche, oltre a garanzie da parte di Baghdad. I sunniti avanzano inoltre anche numerose altre richieste, come amnistie e scarcerazioni, o l'annullamento di alcune leggi provenienti dal regime baatista, che “assolverebbero” diversi fuorilegge.
Foto: aljazeera.com
Dino Buonaiuto