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FOLIGNO (PG), 18 GENNAIO 2015 – La visione del mondo è da sempre fonte di inesauribile ispirazione per l’artista, che interpreta a suo modo l’essenza di un ideale, attraverso una forma visibile, al limite del reale o del sogno.
In omaggio al tema, proponiamo due personali punti di osservazione, due scuole, due culture a confronto: le “Visioni del mondo”, del fotografo giapponese Daido Moriyama, in mostra presso il Centro Italiano Arte Contemporanea (CIAC) di Foligno fino al 25 gennaio 2015, e “Mondo Novo: le vedute d’ottica & Olafur Eliasson”, all’ultimo piano dell’Espace Louis Vitton a Venezia (Calle del Ridotto, 1353), fino al 26 Aprile 2015.
Originario di Osaka, classe 1938, Hiromichi (Daido) Moriyama è considerato un maestro della fotografia contemporanea a livello internazionale. Attraverso oltre 120 scatti, una selezione di “frammenti” in bianco e nero realizzati a partire dagli anni Sessanta, la retrospettiva folignate - a cura di Filippo Maggia e Italo Tomassoni - presenta le tappe fondamentali del suo percorso artistico, la sua lucida e graffiata visione del mondo, che si intreccia con la storia e le trasformazioni del Paese del Sol Levante.[MORE]
Influenzato dalla cultura della Beat generation, Daido ne condivide i temi: già il suo nome, letteralmente “ampia strada”, prelude in un certo senso alla vocazione per il viaggio, per la libertà, al randagismo (il cane randagio diventa il suo stesso autoritratto). A suoi occhi la realtà, la vita “on the road”, appare come un mistero: «La realtà proiettata davanti ai miei occhi - osserva il maestro - è quasi tutta un mistero, per questo la indago. All'interno di questo enigma vi sono varie sfaccettature: l'erotismo, il dolore, il divertimento... Ci sono molti elementi, la cui totalità costituisce di certo un puzzle infinito. In ciò consiste la ragione della fotografia, nella sua capacità di rappresentare questo intrigo, ma senza il dovere, la responsabilità di giungere alla soluzione, di svelare l’arcano. Non è possibile comprendere, attraverso una come cento fotografie […] Fotografando una sola realtà se ne possono vedere tantissime. All'interno di una sola immagine coesistono diverse realtà. Questa è la magia della fotografia» (dal catalogo della mostra edito da Skira - estratto da un’intervista a cura di Filippo Maggia).
Mirabili vues d'optique (vedute ottiche) del passato della Serenissima, dov’è invece in corso l’altra mostra, a cura del critico veneziano Carlo Montanaro, si alternano in un suggestivo gioco di specchi, di luci e acqueforti, con le poetiche visioni del presente. L’installazione ”Your Star House” (2011), un caleidoscopio contemporaneo realizzato dall’artista danese Olafur Eliasson, che nel 2003 ha rappresentato la Danimarca alla 50ª edizione della Biennale di Venezia, dialoga con le vedute artistiche settecentesche prodotte dalla tipografia Remondini - parte delle incisioni, provenienti dalla collezione del Museo Correr, sono state restaurate da Louis Vuitton in partnership con la Fondazione dei Musei Civici Veneziani (MUVE).
«Guardando attraverso un caleidoscopio, è come se la vista si aprisse e andasse in tutte le direzioni. Quello che trovo affascinante nel caleidoscopio è il suo essere composto», nota Eliasson, che ha reinterpretato la camera ottica dell’età dei Lumi, il phantoscope, evoluzione della lanterna magica nonché rudimentale antenato del proiettore, che Carlo Goldoni indicava come “mondo novo”.
«LUNARDO: Mio padre, quando ero giovane, mi diceva: vorresti vedere il Mondo novo?
o vorresti che ti dia due soldi? io mi attaccavo ai due soldi».
(C. Goldoni, I rusteghi, atto II, scena 5)
Domenico Carelli
(Foto: in evidenza, Olafur Eliasson “Your Star House”; “Veduta Illuminata” - NXPowerLite -; 02. Daido Moriyama On the Bed I, Tokyo, 1969 fotografia b/n, courtesy l’artista; 09. Daido Moriyama Untitled, dalla serie Japan A Photo Theater fotografia b/n, courtesy l’artista)