Immigrazione, Riccardi: "Prolungare a un anno la ricerca per il lavoro"
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ROMA, 12 GENNAIO 2012 - Circa 350 mila stranieri rischiano di diventare irregolari, seicentomila permessi di soggiorno sono scadut. "Si deve prolungare il periodo di ricerca di un nuovo lavoro, ora di sei mesi, almeno a un anno. Lo valuterò con il ministro dell'Interno", ha dichiarato il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, durante un'audizione alla Camera. [MORE]
Riccardi ha poi parlato della situazione difficile e precaria dei lavoratori stranieri. "Mettiamo che una parte di queste persone siano tornate nel loro paese - spiega - un enorme numero di persone rischia comunque di finire nel circuito dell'irregolarità". "In questa situazione - aggiunge - i lavoratori stranieri possono perdere il posto di lavoro, ma come permanere nel paese per trovare una nuova occupazione se è scaduto il permesso di sei mesi?". Di qui l'impegno a rivedere le regole, insieme al Viminale. "E' necessario evitare - ha detto ancora Riccardi - che l'attuale congiuntura possa frustrare un percorso di integrazione. Diversamente si verificherebbe, da parte del Paese, la perdita di lavoratori in qualche misura integrati.
Poi il ministro sulla Cooperazione si pronuncia favorevole alla modificazione della legge sulla cittadinanza: Il governo - ha precisato - non può che appoggiare ciò che maturerà in ambito parlamentare", ma l'opinione del ministro, per la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, è nota. "Essi costituiscono il 7,5% della popolazione scolastica e complessivamente gli stranieri oscillano tra il 7,2% e l'8% della popolazione nazionale. E' necessaria un'azione decisa per valorizzare il percorso d'integrazione svolto finora dai cittadini stranieri nel nostro paese da tanti anni che possono ormai definirsi migranti di seconda generazione. Deve prevalere una sorte di 'ius culturae' - ha aggiunto - perchè questi giovani sono cresciuti immersi nella cultura italiana; nelle aule scolastiche vi sono numerosi bambini stranieri che effettivamente non solo parlano l'italiano, ma anche il dialetto".
Diventa quindi necessario, per Riccardi, valutare tutti i disegni di legge proposti, in merito, dai diversi gruppi politici in parlamento.
Marika Di Cristina