Greenpeace, al Polo Nord l'Uomo Vitruviano che si scioglie
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Greenpeace, al Polo Nord l'Uomo Vitruviano che si scioglie

giovedì 8 settembre, 2011

ROMA, 8 SETTEMBRE 2011 - L'Uomo Vitruviano sbarca al Polo e si scioglie. Non si tratta, ovviamente, della celebre opera di Leonardo da Vinci, ma di una sua riproposizione in formato glaciale, realizzata da Greenpeace tra i ghiacci artici, a circa 800 chilometri dal Polo Nord.[MORE]

Un gigantesco disegno, dalle dimensioni pari a circa quattro piscine olimpioniche, che mostra un “Uomo Vitruviano” mutilato, in corrispondenza della costa artica, nella sua parte destra (sinistra per chi guarda), che risulta quasi inghiottita dal mare. L'effetto è quello di un'opera “in via di scioglimento”. Due braccia e una gamba spariscono simbolicamente tra le acque, come se lo scioglimento dei ghiacciai ne avesse provocato la scomparsa in mare.

L'intento di Greenpeace è di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica, attraverso un'iniziativa di carattere artistico, sul problema dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacciai. «I poli – scrive Greenpeace nel comunicato di presentazione dell'opera – sono le regioni più sensibili ai cambiamenti climatici sulla Terra e lo scioglimento dei ghiacci artici è uno degli impatti più visibili dell’instabilità climatica. Questo famoso simbolo rinascimentale disegnato sui ghiacci della calotta polare mostra come la nostra dipendenza dalle fonti fossili stia ribaltando gli equilibri della relazione tra uomo e natura».

Con questa iniziativa si vuole, quindi, focalizzare l'attenzione sui problemi derivanti dai cambiamenti climatici, in attesa di conoscere i prossimi dati sullo spessore minimo dei ghiacci artici, la cui diffusione è prevista per la fine di settembre. «La comunità scientifica – aggiunge l'associazione - prevede che i ghiacci potrebbero arrivare a scomparire del tutto, nel periodo estivo, entro i prossimi vent’anni, con gravi ricadute per l'umanità e per la biodiversità del pianeta. I ghiacci artici alla deriva nel Polo, infatti, funzionano come una sorta di enorme "condizionatore globale", aiutando a mantenere stabile il clima e riflettendo l'80% dell'irraggiamento solare nello spazio».

L'opera è stata realizzata dall'artista irlandese John Quigley, il quale fa parte dell'equipaggio della nave di Greenpeace Artic Sunrice, che proprio in queste settimane sta eseguendo le misurazioni dello spessore dei ghiacci artici insieme ad un gruppo di ricercatori della Cambridge University.

Per la realizzazione materiale dell'opera, spiega Greenpeace, Quigley e i volontari dell'organizzazione hanno lavorato «in condizioni climatiche estreme, in uno dei luoghi più remoti e impervi del pianeta» utilizzando le fasce di rame che di solito vengono usate per la produzione dei pannelli solari. Una volta completata l'opera e dopo averla fotografata, «tutti i materiali sono stati rimossi e saranno utilizzati per altri progetti ambientali».

Serena Casu


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