Gentiloni difende il Jobs Act: prima volta a Bruxelles da premier
Politica Lombardia

Gentiloni difende il Jobs Act: prima volta a Bruxelles da premier

venerdì 16 dicembre, 2016

BRUXELLES, 16 DICEMBRE - Prima volta da premier per Paolo Gentiloni a Bruxelles, presente al Consiglio Europeo in rappresentanza del Paese dopo il passaggio di mano con l’ex presidente Renzi. Tanti i temi toccati, a cominciare da quelli particolarmente cari allo stesso segretario Pd: Jobs Act e migranti, su cui l’Italia continua a premere mettendo in guardia l’Europa da una problematica sempre più complessa.[MORE]

Sulla riforma del lavoro Gentiloni ha voluto rassicurare l’Europa: «Il governo non ha alcuna intenzione di cambiare linea su Jobs act e articolo 18» - ha avvertito – manifestando la chiara intenzione di proseguire la strada del precedente governo, in una ottica di totale continuità così come ricordato dal discorso di insediamento del neo premier, cui si aggiunge la simile formazione della squadra di governo.

Non solo Jobs act. Le grane nazionali non sono infatti le uniche a preoccupare il governo italiano. Sul tema migranti la continuità col governo Renzi pare essere evidente: «L’Ue si sta lentamente orientando ad assumere nella sua agenda le priorità migratorie ma purtroppo i problemi sono molto più veloci delle soluzioni e continua ad esserci un forte ritardo. Anche laddove, nel recepire la proposta italiana del Migration Compact, c’è una consapevolezza che si debbano fare passi avanti».

Un intervento che lascia trasparire tutto l’interesse italiano agli aiuti comunitari circa una questione che l’Europa stessa fatica ad analizzare e risolvere. Tra incertezze e divisioni. Un tema caldo, che occuperà senza dubbio l’agenda europea dei prossimi mesi.

Da rilevare inoltre, l’estensione delle sanzioni europee alla Russia per la Crimea. Le sanzioni economiche si protrarranno così per altri sei mesi, a seguito della decisione del Consiglio. Le misure colpiranno il settore finanziario, l’energia, la difesa ed i beni ad uso civile e militare. Le sanzioni sarebbero scadute il 31 gennaio. Si tratta così del secondo rinnovo, dopo l’estensione di luglio. La condizione dell’eliminazione delle sanzioni a Mosca resta ancorata alla integrale applicazione degli accordi di Minsk per la pace in Ucraina.

Al centro dell’attenzione europea anche la guerra in Siria e l’uscita del Regno Unito dall’assetto comunitario. Sulla Siria è intervenuto lo stesso Gentiloni: «La diplomazia vive uno dei suoi momenti più difficili. Non è facile dare un contributo, ci siamo concentrati sulla dimensione umanitaria e abbiamo avuto una discussione conclusasi per fortuna senza considerare l’ipotesi di agire con sanzioni contro la Russia».

Evitata così la decisione di applicare sanzioni a Mosca anche sulla crisi siriana. Una fattispecie che è comunque stata proposta ma non è passata, così come confermato da Gentiloni. Se ne riparlerà dopo i futuri sviluppi, sempre più incerti e drammatici.

 

foto da: makemefeed.com

Cosimo Cataleta


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