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ROMA, 16 GENNAIO 2013 - A Villa Medici, sulla collina del Pincio, è in programma fino al 10 febbraio la personale “Chung ga opla” - inaugurata lo scorso 11 gennaio – dell’artista vietnamita Danh Vo, invitato dal direttore dell’Accademia di Francia a Roma, lo storico dell’arte Eric de Chassey.
Nel progetto proposto Vo ha coinvolto i suoi otto nipotini, liberi di dar sfogo alla fantasia e alla creatività, imbrattando i muri delle grandes galeries della storica Villa con figure, frasi e parole, ricorrendo a citazioni di Cioran, David Bowie, Artaud.
In questa dimensione anche un’epistola può trasformarsi in opera d’arte. L’artista ha fatto ricopiare al padre, con la sua bella grafia, la lettera di addio che il missionario cattolico francese Jean-Théophane Vénard scrisse ai suoi familiari il 2 gennaio 1861, prima del martirio ad Hanoi, nell’attuale Vietnam.
Danh Vo (nato a Saigon nel 1975), vincitore nel 2012 del prestigioso Ugo Boss Prize, è noto nel panorama artistico internazionale per il suo linguaggio concettuale, in cui si fondono memoria personale e collettiva, storie di ogni giorno con i grandi temi della Storia. Attraverso strumenti insoliti, come le installazioni con materiali di recupero, si concretizzano riflessioni intime e sfide della diversità culturale.
Per il curatore della mostra, Alessandro Rabottini, questo appuntamento offre la possibilità di esplorare l’Accademia "come luogo in cui la trasmissione del sapere porta con sé una storia più complessa, fatta di una visione del mondo che evoca i traumi della Storia".
Niente uova al tegamino dunque, anche se questa è la traduzione di "Chung ga opla", trascrizione vietnamita del francese "Oeufs au plat", “uova al tegamino”.
(Immagine: “Bowditch Alphabet” di Danh Vo, Villa Medici, dal sito Art & Artworks)[MORE]
Domenico Carelli