"Bambini per terra" alla Stazione di Milano: al di là delle accuse serve una presa di coscienza
Editoriale Lombardia

"Bambini per terra" alla Stazione di Milano: al di là delle accuse serve una presa di coscienza

giovedì 18 settembre, 2014

MILANO, 18 SETTEMBRE 2014 - Milano, Stazione Centrale, bambini siriani, foto. Queste le parole chiave che messe assieme, nella giornata di ieri, hanno dato inizio ad un botta e risposta a distanza tra Silvia Sardone, componente della segreteria regionale di Forza Italia e consigliere di zona, e Pierfrancesco Majorino, assessore alla Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano.

Ad innescare il tutto delle foto della Sardone che, come lei stessa commenta, ritraevano dei bambini, «probabilmente profughi siriani, che dormivano a terra nella sporcizia, sopra un cartone di fortuna o sul freddo marmo». I commenti del consigliere di zona Silvia Sardone sono proseguiti attaccando l’amministrazione comunale ed il governo nazionale: «È vergognoso che il Governo e il Comune, dello stesso colore politico, non si assumano la responsabilità di quanto sta accadendo ma piuttosto continuino a rimbalzarsi il peso e le colpe sulla vicenda». E ancora, scrive la Sardone a conclusione della sua nota, «trovo francamente incredibile che da mesi la stazione Centrale sia stata, vergognosamente, tramutata in campo di soccorso per i profughi, lasciati bivaccare per giorni in mezzo agli scaloni centrali. Possibile che non ci sia un modo per spostarli in un campo in un'altra zona della città e che dopo mesi ancora non ci sia stato un accordo con il Governo per la gestione dei profughi? Il turista che arriva a Milano – si continua a leggere –, oltre che sorprendersi dell'atroce degrado in aumento, rimarrà sconvolto dal vedere bambini per terra in mezzo ai rifiuti. Queste sono scene da emergenza nazionale ma sia a Roma che al Comune a Milano voltano la testa verso un'altra direzione. Non vogliono vedere scene che farebbero vergognare chiunque».

E allora tra campi non precisati o zone “altre” nelle quali spostare profughi e turisti da non scioccare, le sofferenze e le speranze dei migranti ritornano alla ribalta delle cronache, col rischio, incombente e latente, che possano essere soltanto pretesto per diatribe politiche sterili ed infruttuose.

Tuttavia, in risposta alle foto e dichiarazioni di Silvia Sardone ieri, nel primo pomeriggio, ha risposto l’assessore Pierfrancesco Majorino, il quale dal suo profilo Facebook ha così commentato: «gli esponenti della destra che mettono le foto di bimbi siriani in Centrale che dormono sui cartoni (non di notte, quando sono invece ospitati nei centri di accoglienza) e che poi non fanno nulla per aiutarci o bocciano in Regione la proposta di istituire il punto sanitario permanente in Stazione sono degli infami. Milano fino ad oggi ha accolto oltre 35000 profughi di cui 12000 bambini».

Diatriba chiusa? Nemmeno per sogno. In serata la replica di Silvia Sardone: «L’Assessore Majorino sbrocca e mi dà dell’infame, infame e indegna è la loro incapacità». «Majorino – si continua a leggere – la smetta di fare il piccolo Lord, capace solo di affibbiare patenti di infamità a chi ha l'unica colpa di segnalare come stanno trattando la nostra Milano. Non è accettabile – scrive la consigliere di zona – che in tutti questi mesi non siano stati in grado di risolvere la questione, evitando di far diventare la stazione Centrale un'indecente area di (non) soccorso per i profughi».

Nelle ultime ore a supporto dell’operato dell’amministrazione e dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha espresso la propria posizione, condividendo il commento di un volontario, l’associazione no profit SOS ERM – Emergenza Rifugiati Milano, che da mesi opera in aiuto dei migranti presenti nello scalo ferroviario: «Chi sa qual è la realtà – si legge –, da mesi, decine di volontari, insieme al comune di Milano, nella persona di Pierfrancesco Majorino ed altri esponenti, stanno gestendo quotidianamente la situazione dei profughi che arrivano in stazione, senza sì, l’aiuto del governo, ma anche e soprattutto della regione, di cui la signora Sardone fa parte ed il cui gruppo di appartenenza ha bocciato la proposta di istituire un punto sanitario permanente».

In mattinata l’ultimo commento pervenuto dall’assessore Majorino, il quale rivolgendosi ai parlamentari del pd e del governo, ha avvisato: «se noi smettiamo di fare quel che facciamo (e francamente siamo un po' stanchi, vista anche l'inettitudine di Grandi stazioni e la lentezza delle istituzioni nazionali sul CIE) di bambini che dormono in stazione non ce ne sarà solo qualcuno di pomeriggio davanti ai propri genitori ma diverse centinaia di giorno e di notte».

Sulla vicenda è intervenuta con un comunicato ufficiale Unicef Italia che esprime il proprio disappunto nei confronti del governo nazionale: «Non possiamo restare indifferenti. Le immagini di alcuni bambini siriani che dormono per terra rannicchiati su cartoni o nel mezzanino della stazione centrale, sono la rappresentazione di un mondo che non vogliamo e che non può voltare le spalle al calvario di questo popolo che dura da tre anni. Questa situazione - si continua a leggere - rappresenta una palese violazione della carta dei diritti dell'Infanzia che prevede il diritto ad accogliere e proteggere ogni bambino ovunque esso si trovi». «La cittadinanza milanese - prosegue il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini - si è mobilitata da tempo per assistere le famiglie siriane così come il Comune sappiamo essere sempre in prima linea nel fronteggiare questa difficile emergenza. Ma non basta. Il Governo - sottolinea Iacomini - deve intervenire con misure urgenti per accogliere al meglio questi piccoli indifesi. Le istituzioni regionali, provinciali e comunali facciano quadrato e superino la polemica politica fuori da ogni strumentalizzazione che coinvolge i minori in questione». Infine, il portavoce di Unicef Italia conclude con un appello: «Proprio in occasione della settimana della moda a Milano, rivolgo un nuovo appello all'indignazione "anche per i bambini" affinchè nessuno passando in stazione Centrale resti impassibile di fronte a questo scabroso spettacolo. Auspico che Milano non sia una città "double face" dove da una parte si sfila e dall'altra si lasciano dormire in stazione bimbi la cui sola colpa è quella di essere nati in un paese distrutto dalla violenza, dal terrore, dai bombardamenti e da una guerra che sembra non finire mai».

Dunque, tra accuse e rimandi, di fatto vi è una crisi umanitaria che a partire da Lampedusa, vero e proprio “gate” d’Europa”, fino ad arrivare a Milano, luogo dal quale i profughi siriani tentano di partire alla volta dei paesi del Nord Europa, come Germania, Olanda, ma soprattutto Svezia dove il governo ha stabilito un piano di accoglienza per richiedenti asilo favorevole a chi ne fa richiesta, attraversa e non può che coinvolgere l’intero territorio nazionale. “Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”, cantava Fabrizio De Andrè nella sua “Canzone del maggio”. O ancora, si potrebbe trarre spunto di riflessione da quanto scritto dalla scrittrice statunitense Susan Sontag nel suo libro “Davanti al dolore degli altri”: «Ci sembra di non essere complici di ciò che ha causato la sofferenza. La compassione ci proclama innocenti, oltre che impotenti».[MORE]

Alla Stazione Centrale di Milano, dal mese di agosto, giungono una media di 700 profughi al giorno che necessitano di un aiuto reale, di beni di prima necessità. Ma prima ancora necessitano, da parte della società sia politica che civile di un’essenziale presa di coscienza che non può disinteressarsi del prossimo o deresponsabilizzarsi in merito ad una crisi umanitaria che chiede il rispetto di un diritto sacrosanto quale quello della mobilità. In tal senso esempi di volontariato, quali quelli sopra menzionati, non possono che essere positivi, come lo è la decisione annunciata delle Ferrovie dello Stato di mettere a disposizione del Prefetto di Milano uno spazio di 350 metri quadrati, all'interno della Stazione Centrale, utile ad affrontare tale emergenza. «Il locale - spiega la società in un comunicato - sarà concesso in comodato d'uso gratuito per tutto il periodo necessario ad affrontare la situazione».

(Immagine da lettera43.it)

Giovanni Maria Elia

 


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